giovedì 8 dicembre 2011

La manovra di sacrifici e tasse

Editoriale Radio Onda Libera del 5 dicembre 2011

Una manovra pesante, fatta di sacrifici, soprattutto tasse. Colpite le pensioni e i patrimoni. Torna l’Ici, sale l’Iva. Il decreto salva Italia del professor Monti è stato presentato ieri e oggi arriva in Parlamento. Nelle intenzioni dovrebbe far restare il paese ancorato all'Europa. Non delude le aspettative sul rigore, mostra qualche segnale di sviluppo e tocca poco, poco, anche la casta.
Comunque ritorna l’Ici (che colpisce tutti,  aumentano i bolli sui conti correnti e le rendite finanziarie. E anche un superbollo per le auto di lusso, la tassa sulle barche sopra i 10 metri e sul possesso di aerei e elicotteri.  E su questo siamo in linea con il principio che più ha più deve pagare.

Per il resto, si picchia durissimo su pensioni, nuova Ici e Iva. Aumenteranno persino le accise sulla benzina. Qualche passaggio forte sulla lotta all’evasione così come detassazioni a lavoro e imprese; per il resto, però, la sostanza resta quella di tagli e tasse.
La manovra ridisegna l’organizzazione delle Province, tagliando a 10 il numero dei consiglieri e rendendo gratuito “ed onorifico” il ruolo, rende più trasparenti le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari e del governo ma, soprattutto, taglia gli stipendi dell’esecutivo.
Su Parlamento, benefit e privilegi parlamentari, però, nessun cenno.
Una colpo, anzi un colpetto, è stato tuttavia dato ai capitali rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale. Monti li ri-tasserà dell’1,5%. “La lotta all’evasione è una priorità del governo e ha stabilito che siano vietati i pagamenti in contanti superiori ai 1000 euro.
I nodi veri della manovra, comunque, ruotano su due punti: le pensioni e il ritorno dell’Ici.
Il prima: scatterà dal primo gennaio 2012 per le pensioni il metodo di calcolo contributivo pro-rata per le lavoratrici. Si alza l’età pensionabile, con l’obiettivo di arrivare dal 2022 a un’età non inferiore a 67 anni.
 Si alza anche l’età della pensione anticipata. Dal primo gennaio, si potrà andare in pensione solo con 42 anni e 1 mese se si maturano i requisiti nel 2012. Chi chiederà la pensione anticipata prima dei 63 anni avrà una decurtazione del 3 per cento per ogni anno che manca. Dall’anno prossimo poi saranno abolite le cosiddette finestre mobili. In sostanza, nel 2022 ci vorranno 67 anni per andare in pensione.
La seconda: l’Ici (che si chiamerà Imu) sulla prima casa ci sarà già dal 2012, con una aliquota dello 0,4% e fino al 2014. L’andamento a regime dell’imposta è fissato al 2015. Ma attenzione perché aumenteranno anche le rendi catastali quindi si pagherà il 60 per cento in più rispetto alla vecchia ici.
Le lacrime e il sangue, insomma, ci sono tutte. Di equita ce n’è di meno, molto meno. Sarebbe stato più comprensibile fare una bella operazione di tagli della spesa pubblica, e poi o anche contestualmente toccare le tasche dei cittadini. Perché così, onestamente, a rimetterci sono sopratutto  i pensionati, i lavoratori, i consumatori. Un poco i ricchi che si possono permettere lussi e tenori di vita agiati. Quasi niente i privilegiati della politica. Beh, il rigore c'è, il resto deve venire. 

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