venerdì 30 dicembre 2011

La raccomandazione vale ancora

Editoriale Radio Onda Libera del 28 dicembre 2011

Lavoro,  o meglio di come le imprese scelgono i dipendenti. Un'indagine ha rivelato che il reclutamento attraverso la conoscenza personale funziona piu del curriculum, piu delle societa di lavoro interinale o dei centri per l'impiego.
Nel 2010 ben sei imprese su dieci per la selezione del personale si sono affidate alla segnalazione, al canale informale della conoscenza diretta e di persone fidate.

I dati: rispetto all'anno precedente l'utilizzo di questo canale di selezione ha registrato un forte aumento, passando al 61,1% dal 49,7% del 2009.
Una delle spiegazioni è che il clima economico ancora incerto spinge evidentemente le imprese alla massima cautela nella scelta di nuovi candidati: la conoscenza diretta, magari avvenuta nell'ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia da essa scaturito diventano quindi premianti ai fini dell'assunzione.
Le dimensioni contano. Ma se si guarda alla dimensione d'impresa il quadro cambia, dopo i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati interne, a basarsi sulla "carta", ovvero sui curriculum. Ecco che, quindi, al crescere della dimensione d'impresa il rapporto diretto del candidato con il datore di lavoro o tramite conoscenti perde importanza.
Basti pensare che nelle realtà con più di 500 dipendenti il ricorso al canale informale scende al 10,2%, mentre l'utilizzo di strumenti interni sale al 48,9%.
Comunque tornando al fatto che la raccomandazione funziona piu del curriculum vanno fatte un paio di riflessioni. La prima è che non puo destare scandalo il fatto che uno dei metodi di selezione sia quello della conoscenza perché ognuno nel proprio piccolo, nella propria cerchia di relazioni, tende a fidarsi della segnalazione fatta da un conoscente, da un parente, da un amico. Anche nella scelta della baby sitter o dell'idraulico. A maggior ragione se il passaparola riguarda un posto di lavoro in un ambiente ristretto e non in una grande fabbrica o una multinazionale. Detto questo, pero va anche detto che la raccomandazione non deve essere la corsia preferenziale per scavalcare chi ha più requisiti, chi ha più capacita. Insomma il merito non deve essere calpestato, anzi deve essere l'unico criterio cui fare riferimento. Raccomandare un incapace non solo può rivelarsi un'ingiustizia ma puo rappresentare un danno per l'azienda, per il mondo del lavoro.  E chi la fa rimedia anche una brutta figura.

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