Mille parole sul processo per la morte di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa 4 anni fa a Perugia. Perché i giudici d'appello hanno depositato le motivazioni della sentenza con cui hanno assolto con formula piena Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Come ricorderete, i due ex fidanzati furono condannati in primi grado a 25 e 26 anni di reclusione.
Il ragionamento della Corte è stato in sintesi questo: non solo non c'erano prove ma neppure indizi per inchiodare i due giovani, nè tracce di Dna, nè arma del delitto, nè movente, nè perizie. Niente di niente, quindi non sono stati loro a commettere il delitto.
Perché l'ordinamento "non tollera la condanna dell'innocente" scrive la Corte d'assise d'appello chiudendo le 143 pagine di motivazioni depositate ieri.
I giudici affrontano anche il riferimento a Rudy Guede che è stato definitivamente condannato a 16 anni di reclusione per aver ammazzato Meredith insieme a Raffaele e Amanda.
Nella motivazione si afferma che i risultati del dibattimento in appello "non confermano l'ipotesi del necessario concorso di più persone nel reato". Detto altrimenti non ci sono le prove, non ci sono i mattoni per costruire l'accusa, per mandare i carcere i due giovani al di là di ogni ragionevole dubbio.
Una volta esclusa la colpevolezza di Sollecito e della Knox, la Corte sottolinea che non spetta a essa "prospettare quale possa essere stato il reale svolgimento della vicenda, nè se siano state trascurate o meno altre ipotesi investigative".
Fin qui il succo delle motivazioni ma un paio di considerazioni vanno fatte. La prima è che tutti concordiamo sul fatto che se non ci sono prove non bisogna condannare, ma non è accettabile che i giudici si lavino le mani su quale è stato lo svolgimento dei fatti o se sono state sbagliate le indagini. La seconda: se l'impianto accusatorio è stato demolito vuol dire che tutto ciò che in Primo grado era ritenuto valido in secondo vale zero. Quindi hanno sbagliato le indagini, hanno sbagliato i pm, hanno sbagliato i primi giudici. La terza considerazione: l'incoerenza tra due sentenze porta a rivedere la verità processuale, quindi Rudy Guede era solo quella notte, è l'unico assassino. O forse no? Perché nessuno dice il contrario. Insomma se qualcuno si aspettava giustizia questa non c'è stata nel senso di sapere chi ha accoltellato Meredith, chi ha spezzato al vita e i sogni di una ragazza di 21 anni. Un pensiero in conclusione va alla famiglia di meredith che con una dignità incredibile ha seguito le udienze e con un dolore straziante ancora non sa perché e chi ha ucciso la loro Meredith. Questa non è giustizia.
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