Botta e risposta tra Renzi e l'Unione europea in merito alle tasse e in particolare al rapporto di Bruxelles sulla fiscalità che sostiene in poche parole che l'Italia ha un peso del fisco relativamente alto sul lavoro e quindi ci sarebbe un margine per recuperare denaro dalle imposte sui consumi, sugli immobili e sull'ambiente. Questa indicazione ha scatenato la reazione del premier che ha risposto a brutto muso dicendo che in pratica "quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles".
Insomma l'Europa non
deve mettere bocca su quali scelte fiscali uno stato fa e non deve decidere al
posto dei singoli governi. Renzi ha quindi confermato che nella legge di stabilità
ci sarà l’eliminazione della tassa sulla prima casa da ora e per sempre "anche per dare un elemento di certezza e fiducia al Paese".
Ora, al di là di chi ha ragione e chi ha torto e senza
entrare nel merito del rapporto di Bruxelles, la questione va inquadrata in uno
schema politico. Perché quello di Renzi è stato un attacco feroce all'Unione
europea. E lo ha fatto perché si sente più forte che mai, politicamente
parlando. Forte per esempio dei suoi sondaggi riservati, secondo i quali il 76 per
cento degli italiani pensa che la tassa sulla prima casa vada abolita. E forte
anche degli incontri con gli investitori internazionali in America, quindi con
il potere vero, quello che conta, ai quali ha raccontato le riforme fatte finora
dal suo governo.
Insomma il vento in poppa a Renzi lo porta a mostrare i
muscoli, a rivendicare quell'autonomia anche fiscale che fino a ieri era
impensabile essendo stati per anni ostaggio delle scelte europee. Questo è
sicuramente un aspetto che fa piacere per chi ha un sentimento nazionalista.
Quello che ci preoccupa invece è il denaro, nel senso che Renzi spesso e
volentieri annuncia risorse per questo e per quell'altro settore, vedi
abolizione tassa sulla casa e flessibilità sulle pensioni, ma se solidi non ce
ne sono, se il debito pubblico non si riduce ma di mese in mese diventa sempre
più grande, dove si trovano queste coperture finanziarie? La nostra è una
domanda banale, da gente comune, ma a volte ci pare che a Roma si faccia il famoso
gioco delle tre carte.
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