martedì 29 settembre 2015

Renzi mostra i muscoli

Editoriale Radio Onda Libera del 29 settembre 2015

Botta e risposta tra Renzi e l'Unione europea in merito alle tasse e in particolare al rapporto di Bruxelles sulla fiscalità che sostiene in poche parole che l'Italia ha un peso del fisco relativamente alto sul lavoro e quindi ci sarebbe un margine per recuperare denaro dalle imposte sui consumi, sugli immobili e sull'ambiente. Questa indicazione ha scatenato la reazione del premier che ha risposto a brutto muso dicendo che in pratica "quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles".
Insomma l'Europa non deve mettere bocca su quali scelte fiscali uno stato fa e non deve decidere al posto dei singoli governi. Renzi ha quindi confermato che nella legge di stabilità ci sarà l’eliminazione della tassa sulla prima casa da ora e per sempre "anche per dare un elemento di certezza e fiducia al Paese".
Ora, al di là di chi ha ragione e chi ha torto e senza entrare nel merito del rapporto di Bruxelles, la questione va inquadrata in uno schema politico. Perché quello di Renzi è stato un attacco feroce all'Unione europea. E lo ha fatto perché si sente più forte che mai, politicamente parlando. Forte per esempio dei suoi sondaggi riservati, secondo i quali il 76 per cento degli italiani pensa che la tassa sulla prima casa vada abolita. E forte anche degli incontri con gli investitori internazionali in America, quindi con il potere vero, quello che conta, ai quali ha raccontato le riforme fatte finora dal suo governo.
Insomma il vento in poppa a Renzi lo porta a mostrare i muscoli, a rivendicare quell'autonomia anche fiscale che fino a ieri era impensabile essendo stati per anni ostaggio delle scelte europee. Questo è sicuramente un aspetto che fa piacere per chi ha un sentimento nazionalista. Quello che ci preoccupa invece è il denaro, nel senso che Renzi spesso e volentieri annuncia risorse per questo e per quell'altro settore, vedi abolizione tassa sulla casa e flessibilità sulle pensioni, ma se solidi non ce ne sono, se il debito pubblico non si riduce ma di mese in mese diventa sempre più grande, dove si trovano queste coperture finanziarie? La nostra è una domanda banale, da gente comune, ma a volte ci pare che a Roma si faccia il famoso gioco delle tre carte.

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