martedì 22 settembre 2015

Avanti con la scuola del merito

Editoriale Radio Onda Libera del 15 settembre 2015

Primo giorno di scuola, ieri, per circa 9 milioni di studenti. La campanella è suonata in tredici regioni, tra cui l'Umbria, oggi toccherà ad altre tre. Entro domani i battenti saranno aperti in tutta la Penisola. Quest'anno sono 7.861.925 gli alunni e gli studenti iscritti nelle scuole statali, a cui si aggiungono i 960mila delle paritarie, secondo quanto reso noto dal ministero. Complessivamente, le classi saranno 369.902 distribuite in 8.384 istituzioni scolastiche. Tra le regioni con più alunni, la Lombardia (1 milione e 185.662), seguita da Campania (920.964), Sicilia (763.529) e Lazio (741.633).
Questo il quadro della situazione. Puntuali gli auguri di in bocca al lupo. Il primo del premier Renzi, che li fa arrivare via Twitter e via Facebook, sostenendo che il suo governo sulla scuola investe e non si taglia. Anche il ministro della Pubblica istruzione Giannini ha rilasciato dichiarazioni a iosa sulla bontà della riforma della buona scuola.
Ma vediamo quali sono le novità di quest'anno scolastico. A cominciare dal preside "sceriffo", cioè le maggiori responsabilità e quindi i poteri del dirigente scolastico, che hanno scatenato le critiche e le poteste dei docenti e dei sindacati. Poi il capitolo dei nuovi assunti: ne sono state fatte di assunzioni qualcosa come 38mila, la previsione parlava di 48mila. Resta in piedi il paradosso delle cattedre vacanti e delle liste dei precari. Uno dei punti controversi della riforma è il comitato di valutazione, il fatto che genitori, studenti e componenti esterni alla scuola potranno valutare i docenti e premiare i migliori.
Questo ci sembra un punto importante e onestamente giusto. Perché la scuola prepara le nuove generazioni e il fatto che chi insegna sia all'altezza del compito è un presupposto fondamentale. Da quest'anno scolastico, poi, il dirigente scolastico potrà premiare gli insegnanti meritevoli. Una novità assoluta per la scuola italiana. Ma questo significa che finalmente il criterio del merito entra nel nostro sistema scolastico. E il criterio deve valere per chi giudica e valuta gli studenti ma deve valere anche per chi si siede dietro la cattedra. Perché chi insegna, non dimentichiamolo, svolge un compito delicato per la crescita dei nostri figli.


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