martedì 22 settembre 2015

Marcia degli scalzi e atti concreti

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 settembre 2015

Il tema che abbiamo scelto è migranti e politica perché oggi pomeriggio in una sessantina di città italiane si svolgerà la Marcia delle donne e degli uomini scalzi. Non è una trovata estemporanea, è una manifestazione nata da un appello lanciato la settimana scorsa da un gruppo di scrittori, artisti e politici a sostegno dei migranti. Le marce si svolgeranno dal nord al sud della Penisola, anche a Perugia, ma il clou è previsto a Venezia dove c'è la Mostra del cinema. Cortei sono stati organizzati in diverse città europee.

Migliaia di cittadini, più di 300 associazioni hanno risposto a questo appello, rimbalzato via internet, a dimostrazione della voglia di partecipare, di schierarsi dalla parte di questa gente che fugge, ricordiamolo, da posti dove ci sono guerra e fame, e va in cerca di un futuro migliore. Le marce partiranno contemporaneamente: sul sito c'è anche l'elenco dei luoghi di ritrovo per ogni città.
Ciò che accomuna tutte le manifestazioni è la volontà di non inserire alcun colore politico, vuol essere una mobilitazione senza un'identità partitica od organizzativa, una semplice mobilitazione di uomini e donne scalzi che volgiono dire da che parte stare, che chiedono cambiamenti delle politiche migratorie, quelle decise dall'Unione europea: che ci siano cioè corridoi umanitari certi e sicuri per le vittime di guerre e di catastrofi, che venga messa in atto un'accoglienza degna e rispettosa per tutti, che ci sia la chiusura o lo smantellamento di quei luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti.
Diciamo subito la nostra opinione in merito. Nessun pregiudizio contro la marcia degli scalzi, anzi è un'idea a effetto, che colpisce, per parlare e sensibilizzare sul tema dell'immigrazione, per camminare insieme, appunto. Le immagini della Via crucis di questi uomini, donne e bambini arrivano al cuore di chiunque, Nelle ultime settimane sono riuscite addirittura a far aprire le frontiere di quei Paesi che si erano chiusi nei loro confini e forse anche nelle loro paure. Quindi ben vengano manifestazioni del genere se servono a scuotere le coscienze, ma come le tante marce della pace, per esempio, che si sono organizzate nel corso degli anni, non servono a nulla se non sono accompagnate da atti concreti, da azioni reali, da un impegno serio per una vera politica dell'accoglienza. Se la politica  non fornisce risposte esaurienti per un fenomeno che, come abbiamo visto, crea disagio e problematiche rilevanti, insomma, marciamo pure, camminiamo accanto ai migranti, ma domani con dimentichiamoci di tutto continuando la nostra vita come se nulla fosse e nelle nostre comode scarpe.

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