venerdì 2 ottobre 2015

Omicidio Raggi: 30 anni all'assassino

Editoriale Radio Onda Libera del 30 settembre 2015

Stamattina parliamo dell'omicidio Raggi e dei trent'anni di reclusione per l'assassino. E' questa la condanna inflitta ieri pomeriggio al marocchino Aziz Assoul, che sei mesi fa uccise senza motivo un ragazzo ternano, David Raggi, che ebbe l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. In piazza dell'Olmo, nel centro di Terni, la notte del 12 marzo scorso. L'arma del delitto fu un pezzo di vetro di una bottiglia rotta che lo colpì alla gola. Peraltro lo straniero non doveva neppure stare in Italia perché gli era stata rifiutata la richiesta di asilo politico. Invece era qui, a Terni, a commettere un efferato delitto.
La sentenza è stata letta alle 15.15. In aula Aziz ha chiesto di prendere la parola una volta soltanto per un intervento brevissimo: "Non ricordo niente, se ho commesso scusatemi". Una frase di scusa non riporterà in vita David. Prima del processo, all'arrivo in tribunale, l'imputato è stato accolto dagli insulti degli amici della povera vittima.
Fin qui l'aspetto processuale e dobbiamo dire che tutto sommato un verdetto in primo grado a sei mesi dal fatto è cosa positiva, conoscendo i tempi della giustizia. Ma un altro aspetto ci piace sottolineare e cioè l'atteggiamento della famiglia di David Raggi, in particolare del fratello che fin dalle prime ore del delitto, e anche ieri, ha calmato gli amici che erano arrabbiati verso Aziz e lo dimostravano.
Il fratello ha sempre chiesto solo giustizia per la morte di David e dopo la sentenza ha parlato di vittoria per tutti. Sei mesi fa come ieri la famiglia ha respinto ogni tentativo di esasperazione e di rabbia, invitando alla comprensione e soprattutto a non generalizzare. Un comportamento, questo, di civiltà e dignità, una reazione di grande umanità, perché la morte di David resta comunque una ferita incolmabile per i familiari, una ferita aperta per la città di Terni.


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