giovedì 10 settembre 2015

Fatti e non parole per i migranti

Editoriale Radio Onda Libera del 7 settembre 2015

Quella dei migranti è l'emergenza di questi tempi. Le immagini che ci hanno sconvolto e indignato, l'ultima quella del piccolo siriano morto sulla spiaggia, parlano più di tanti discorsi e soprattutto hanno obbligato anche le altre nazioni dell'Europa, vedi Germania e Austria ad aprire le frontiere, ad accogliere questi popoli di disperati che fuggono dal loro Paesi perché infestati da guerre e fame. Encomiabili quei cittadini che hanno deciso di caricarsi sulle proprie macchine i profughi, a testimonianza che la gente è meglio dei governanti.
Da registrare la voce di Papa Francesco che ieri durante l'angelus ha invitato "le comunità religiose, i monasteri, i santuari di tutta Europa e le diocesi, a partire da quella di Roma", quindi le parrocchie a dare ai migranti "una speranza concreta" e a non creare “tante isole inaccessibili e inospitali”.
Un appello forte a favore dell'accoglienza ai migranti, dopo aver denunciato che le loro morti “sono crimini che offendono l’intera famiglia umana”.
Come ha ragione il Papa a parlare così, a pochi mesi dal giubileo della Misericordia che si aprirà l'8 dicembre prossimo! il suo appello è a un'accoglienza nei fatti e non soltanto nelle parole, è un impegno a esprimere solidarietà con la concretezza e non con le frasi di circostanza, come ci invita a fare il Vangelo.
Non rimanere indifferenti di fronte a quello che accade nei Paesi martoriati, dove si muore per la guerra e per la fame, è il dovere di ogni cattolico che si professa tale. Ed è anche il dovere di uno Stato che si definisce civile. Chiudere gli occhi o far finta di dispiacersi senza un reale impegno significa essere ipocriti e chiusi nel proprio egoismo. E' vero che la questione immigrazione riguarda l'Europa che per troppo tempo ha praticato la politica dello struzzo, che nasconde la terra sotto la sabbia, ma è altrettanto vero che ognuno di noi può e deve fare qualcosa, piccola o grande, per dare una mano a chi è più sfortunato. E' questa la vera solidarietà, fare qualcosa per dare una speranza. L'accoglienza, ma anche il sostegno e l'impegno perché non ci siano più guerre e violenze.


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