domenica 6 settembre 2015

Archiviate le ferie: la partita del Pd

Il punto del direttore del 6 settembre 2015

Finite le ferie la politica si rimette lentamente in movimento e le questioni sul tavolo vengono annusate, sfiorate, in attesa di essere affrontate e forse risolte. La prima partita è quella del capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, ruolo affidato prima dell'estate al segretario del partito Giacomo Leonelli. Che con senso di responsabilità per contenere le divisioni latenti si è caricato sulle spalle la funzione per il periodo balneare. Ma ora con l'autunno alle porte il tema della guida del partito a Palazzo Cesaroni si ripresenta. Con tutti i rischi connessi, il primo dei quali potrebbe essere l'esplosione delle contraddizioni che serpeggiano dentro il Pd.
Un assaggio di questo pericolo si sta vedendo in questi giorni a Terni dove sta succedendo tutto e il contrario di tutto per la segreteria comunale dopo le dimissioni di Andrea Delli Guanti. Si è tentato un accordo ma poi tutto è saltato e alla fine domani sera la sfida sarà tra Fabio Narciso e Jonathan Monti, il primo espressione dei renziani e del consigliere regionale Eros Brega ma non appoggiato dal renziano (assessore regionale) Fabio Paparelli, il secondo, pure lui renziano, appoggiato dal sindaco Leopoldo Di Girolamo, dal senatore Gianluca Rossi e dall'assessore renziano Paparelli. Un quadro confuso dove le parti e le anime sembrano intercambiabili con i renziani spaccati e forse l'intento è quello di dimostrare chi è più renziano di tutti. Pare che l'impegno dei protagonisti sia di mischiare le carte, saltare le posizioni, gironzolare da una parte all'altra. Comunque al di la' di chi si aggiudicherà il timone del partito, il Pd ha perso un'altra occasione, quella di non dividersi e anche un'altra, quella di concentrarsi veramente e sul serio sui problemi della città. Anche nel capoluogo si vocifera di un cambio della guardia alla segreteria comunale. Ma a Perugia terrà banco nelle prossime settimane soltanto il nodo capogruppo perché da quel Palazzo dipenderanno gli assetti futuri. La combriccola, undici consiglieri per la precisione, dovrebbe avere un sussulto di qualsiasi sentimento, riunirsi in una stanza e decidere innanzi tutto se il tempo del capogruppo balneare è finito oppure no. Di solito le cose provvisorie, e quindi anche gli incarichi, si tende a farle diventare definitive anche per forza di inerzia oltre che per incapacità di scegliere. Poi sarebbe un bel segnale se il Pd a livello regionale facesse un esercizio di maturità individuando chi ha le qualità per svolgere questo ruolo, senza lasciarsi sopraffare dai veti e dai pregiudizi. Si potrebbe obiettare che è tutta una questione di numeri, alias di voti, ma considerata la situazione e se non si superano le spaccature il risultato sarà quello di Terni. Eppure mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di un'assunzione collettiva di responsabilità e non di personalismi o tentativi di riscatti e rivincite. L'Umbria necessita di essere governata, chi è stato eletto ha il dovere di elaborare una visione e non andare politicamente a zonzo. Sul tavolo c'è un'emergenza lavoro, ci sono grandi e piccole vertenze che attendono di essere risolte, c'è una crisi che non demorde, c'è una Università, anzi due, che richiedono attenzione e sforzi. Insomma c'è tanto lavoro da fare e il tempo a disposizione è sempre meno. Questo ragionamento vale per la maggioranza ma anche per l'opposizione, in genere per chi fa politica.anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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