martedì 22 settembre 2015

Giovani pronti a emigrare per lavoro

Editoriale Radio Onda Libera del 14 settembre 2015

L'argomento di oggi è lavoro e immigrazione, partendo da un'indagine dell'istituto Toniolo secondo cui la maggioranza dei giovani italiani, oltre il 61%, è pronta a emigrare all’estero per cercare lavoro. E nove su dieci sono convinti che ormai lasciare la Penisola sia una necessità. Le mete più ambite? Australia, Usa e Regno Unito. Il 70% degli intervistati ritiene che l’Italia offra alle nuove generazioni opportunità sensibilmente inferiori a quelle degli altri Paesi sviluppati e che difficilmente il divario verrà colmato nei prossimi tre anni. L’83,4% è disposto a cambiare città stabilmente per trovare migliori possibilità di lavoro e di questi ben il 61,1% si dichiara disponibile a cercare lavoro all’estero.

Questi dati ci consegnano un Paese dalla doppia faccia. L'Italia da qualche tempo è diventata una meta di immigrazione, con un aumento della popolazione straniera. E basta vedere le migliaia di migranti che ogni giorno, ogni notte, sbarcano sulle nostre coste. Alcuni di questi disperati che fuggono da guerre e fame decidono di rifarsi una vita qui da noi. Altri invece transitano nelle nostre città per poi andare in paesi del Nord Europa dove è risaputo ci sono molte più possibilità e opportunità.
Ma, al contempo, come sottolinea il rapporto Toniolo, è diventato anche sempre più evidente un fenomeno di emigrazione, di uscita di giovani in cerca di un futuro migliore, di un lavoro più soddisfacente e rispondente agli studi fatti e anche di un'esperienza ad ampio raggio, di confronto con le altre culture.
I Paesi che i giovani italiani considerano più attrattivi per un’esperienza di lavoro, non necessariamente definitiva, sono Australia, Usa e Regno Unito che insieme raccolgono oltre la metà delle risposte (il 54,8%). Segue la Germania, che presenta una disoccupazione giovanile particolarmente bassa, poi Canada, Francia, Austria, Svizzera e Belgio. Solo l’1,5% indica la Spagna, colpita negli ultimi anni da un’alta disoccupazione giovanile dovuta alla crisi.
Quindi l'Italia è un Paese di immigrati ma anche di emigranti. Certo non più come quelli di una volta che partivano con la valigia di cartone, oggi si tratta di giovani dinamici e colti, che sanno come muoversi e anzi credono che la mobilità sia un valore, a parte la necessità di trovare un posto di lavoro all'altezza e non scriversi una condanna a vita di precario o disoccupato.
Ma da questo ragionamento bisogna trarne anche un altro insegnamento e cioè che un Paese civile deve essere ospitale, quindi favorire l'accoglienza in generale sia nei confronti di quelli più sfortunati come coloro che raggiungono l'Italia ma anche nei confronti di giovani laureati che vanno all'estero per costruirsi un presente e un futuro migliori.


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