martedì 22 settembre 2015

Pd diviso, grillini coerenti
e centrodestra a zig zag

Il punto del direttore del 13 settembre 2015

Una manciata di sedute del consiglio regionale e una cosa emerge con chiarezza, quasi con evidenza. E cioè la linea del centrodestra non trova la quadra. Che in questa legislatura non sarebbe stata una passeggiata lo si intuiva già dalla notte del 31 maggio quando le urne avevano disegnato un’assemblea dai tre volti, maggioranza, centrodestra e grillini. In altre parole una maggioranza e due opposizioni. Ed è quello che puntualmente sta accadendo.

Anche se le sfumature sono tante, anche dalle parti del centrosinistra dove impera, anche se sotterraneo un braccio di ferro tra ex Ds ed ex Margherita. Ne è passata di acqua sotto i ponti e anche se tutti, ma proprio tutti, si professano renziani, quindi accomunati sulle posizioni governative, le divisioni e le sottolineature e forse anche le visioni sono diverse. Ma la situazione più ingarbugliata pare quella del centrodestra su un punto specifico, e cioè che tipo di opposizione fare in consiglio regionale. Allora, il portavoce Claudio Ricci, connesso come al solito, fa conoscere solo il suo pensiero, quello degli altri, FdI e Lega Nord, non combacia e anzi va in tutt’altra direzione. Una strategia, una linea comune, un impegno continuo per distinguersi e portare avanti un’opposizione costruttiva e compatta sarebbe il primo passo, l’abc di chi fa politica e studia per elaborare una proposta di governo, per candidarsi oggi o domani a diventare maggioranza. Invece le avvisaglie sono di tutt’altro tenore, la sensazione è che si proceda a zig zag ognuno per conto suo, sempre lacerati e senza neppure l’umiltà di dotarsi di uno straccio di navigatore. Completamente autonomo, e questo era prevedibile, è il Movimento 5Stelle che segue la propria strada, fatta di toni vivaci ma anche di gesti concreti. A proposito di questi ultimi va apprezzata e plaudita la scelta di devolvere parte dell’indennità (13mila euro in ottanta giorni) in un fondo da destinare a finalità di pubblico interesse. Tanto di cappello quindi ai consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che loro sì sanno dove sta di casa la coerenza. Perché gli altri diciotto, diciannove con la presidente non prendono esempio e mettono mano al portafogli in segno di solidarietà? Vabbè, andiamo avanti e volgiamo lo sguardo in direzione opposta. E cioè dalle parti del centrosinistra, in particolare verso il Pd, dove il caso Armillei (l’assessore alla Cultura al Comune di Terni) ha tenuto banco fino al punto di provocare quasi una crisi di giunta. Cosa avrebbe fatto costui? Si è permesso di dire, anzi scrivere su fb, che il Pd è un problema per l’esecutivo. Apriti cielo, richieste di dimissioni, pezzi del partito incazzati come bestie, commenti di sdegno. Eppure Armillei ha detto qualcosa di straordinariamente vero e onesto che solo chi è abituato a fare il gioco delle tre carte può smentire oppure chi soffre di gravi forme di amnesie. Senza scomodare fatti lontani, cambi di casacche o meglio di corrente recenti, basta ripercorrere solo quello che è accaduto per le elezioni di manco quattro mesi fa, le dimissioni del segretario comunale Andrea Delli Guanti, delle manovre per l’elezione del successore tra rinnegamenti del passato e nuovi amori, tra renziani della prima ora e quelli dell’ultimo minuto (non sarebbe stato meglio fare un congresso, no?). Insomma Armillei ha solo una colpa, secondo chi scrive, e cioè ha detto la verità. E la verità, diceva qualcuno, è sempre rivoluzionaria. 
Per concludere la carrellata dei partiti e dei personaggi che popolano la scena politica umbra uno spazio va riservato alla crisi di identità che sta vivendo il Partito socialista. Tra chi vorrebbe confluire dentro il Pd e chi invece rivendica ancora con orgoglio la propria storia e non vorrebbe farsi assorbire. Che dire? Posizioni legittime e motivate entrambe, ma dopo oltre vent’anni la sfida di rifondare il partito socialista e farlo tornare quello di una volta pare ormai poco fattibile e senza appeal. Del resto quando si sprecano le occasioni per un progetto ampio di riunificazione e rinascita e ci si perde dietro agli interessi di parte, alle piccinerie e ai personalismi, il risultato è sotto gli occhi di tutti.
anna.mossuto@gruppocorriere.it

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