martedì 22 settembre 2015

Prima di tutto c'è la poltrona

Editoriale Radio Onda Libera del 16 settembre 2015

Parliamo di riforme, di riforme e politica, soprattutto per il fatto che scricchiola la maggioranza di governo. Lo strappo è avvenuto ieri dopo un braccio di ferro fatto di botta e risposta, polemiche e discussioni dappertutto, sui giornali e in televisione. La maggioranza del Partito democratico, in sostanza, ha abbandonato il tavolo della trattativa con il governo per la riforma di palazzo Madama. Il punto cruciale, l'oggetto della rottura, è l'elettività diretta dei senatori e, nello specifico, l'inammissibilità degli emendamenti in commissione.
I rapporti con il premier sono ovviamente tesi, e Renzi ha già fatto sapere che oggi chiederà di calendarizzare il testo in aula per accelerare i tempi e ciò ha provocato un'altra tensione, questa volta con il presidente del Senato, Grasso.
Lo scontro è essenzialmente sull'articolo 2 di questo pezzo di riforma della Costituzione, che nel provvedimento già approvato alla Camera prevede che i senatori non saranno più eletti dai cittadini. E su questo la minoranza Dem aveva presentato ovviamente degli emendamenti, che non sono passati. Quindi da ciò l'annuncio di votare contro in aula, dove quando arriverà il testo potrà succedere di tutto perché la matematica non è un'opinione e soprattutto non perdona. I numeri non ci sono, per ora, tra la minoranza Pd che potrebbe venire a mancare, l'incognita di Forza Italia e i dissidenti che sono comparsi nel Nuovo centro destra. In pratica, facendo due conti, sulla carta, a favore del disegno di legge Boschi ci sono 182 senatori, ma i dissidenti del Pd sono 28, mentre per essere approvato c'è bisogno di 161 voti, cioè la maggioranza assoluta. Così 161 diventa numero chiave per la maggioranza di governo, ma non solo per dare il via libera al testo a Palazzo madama, ma anche e soprattutto per tenere in piedi l'esecutivo.
Ora due brevi considerazioni. La prima: non è possibile che ogni volta che in questo Paese si prova a cambiare ecco le barricate per lasciare tutto come prima, per non abolire poltrone e prebende. Mille parlamentari sono un'esagerazione: questo a parole lo riconoscono tutti; due Camere che fanno la stessa cosa, cioè approvano leggi, sono uno spreco di denaro, risorse ed energie; abolire il Senato è a nostro avviso una cosa saggia e giusta soprattutto in tempi come questi. Rimettere in discussione su cui la maggioranza degli italiani si trova d'accordo è veramente pretestuoso e soprattutto dimostra ancora come la classe politica si batte per non perdere i propri posti e le proprie indennità.
La seconda: fanno sorridere e ormai possiamo paragonarli a dei nani che giganteggiano quegli esponenti del Nuovo centro destra, il partito di Alfano, che forte del suo potere elettorale vicino allo zero prova a mostrare i muscoli, ad alzare la voce, addirittura a porre veti; prima approva le leggi e poi ne chiede la modifica, vedi Italicum. Insomma un siparietto degno della nostra politica. E poi ci si chiede perché la gente non va a votare.

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