mercoledì 17 dicembre 2014

Le tredicesime solo per le tasse

Editoriale Radio Onda Libera del 15 dicembre 2014

Oggi parliamo di tasse, consumi e tredicesime. Secondo un'indagine della Coldiretti solo il 26 per cento dei cittadini userà la tredicesima per lo shopping natalizio. Il 51 per cento, oltre la metà quindi, ci pagherà bollette e mutui, il restante 23 per cento la destinerà al risparmio. Questo il quadro fatto dall'associazione degli agricoltori, in occasione dell'arrivo della tredicesima nella busta paga di oltre 30 milioni di italiani e che è quantificata in circa 39 miliardi di euro in più nelle tasche dei dipendenti e pensionati.

Ma appunto viste le scadenze fiscali tra Imu, Tasi, Tari e compagnia bella, il risultato è che poco più di un italiano su quattro (26 per cento) la userà per lo shopping di Natale che si concentra proprio negli ultimi dieci giorni. Quindi chi si aspettava un rialzo dei consumi resterà deluso.
La spesa media per regali, rileva ancora la Coldiretti, si avvicina ai 200 euro e si preferisce evitare di ridurre il numero di regali e contenere l'importo del singolo omaggio. Una tendenza significativa - precisa la Coldiretti - è quella di regalare un oggetto che già si possiede e che non si è utilizzato. Insomma detto in maniera diversa la crisi costringe a riciclare i regali ma obbliga a che a contenere gli sprechi prediligendo soprattutto regali utili. Nell'ambito delle scelte di regali natalizi, l'associazione degli imprenditori agricoli rileva ancora che "tiene l'enogastronomia anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola e dell'attenzione ai prodotti tipici".
Fin qui la notizia e i dettagli dell'indagine. A proposito va detto che non ci possiamo meravigliare se la tredicesima se ne va nel pagamento delle tasse; questo dimostra che a parole i governanti dicono di aver abbassato o eliminato le tasse, in realtà queste vanno pagate e sono sempre di più. Basti pensare che per per le seconde case i tributi sono aumentati del 236 per cento in tre anni. Per non parlare del caos normativo su questo argomento, i nomi delle tasse si sprecano e abusano della fantasia di chiunque, e i riferimenti sono da manicomi tra aliquote e calcoli vari.
Il dato più assurdo e che fa arrabbiare è che ogni governo promette le stesse cose in merito alla pressione fiscale e poi puntualmente non le mantiene. Perché i soldi delle tasse servono per mantenere la macchina della pubblica amministrazione oltre a garantire i servizi, ma a tagliare la spesa pubblica nessuno si azzarda; proprio là, invece, ci sarebbero i risparmi da fare oltre che il buon esempio da dare. Un altro strumento per pagare meno tasse sarebbe quello di combattere l'evasione fiscale. Ma pure su questo i governi si sono sbugiardati da soli, promettendo misure efficaci e non realizzandole.

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