sabato 27 dicembre 2014

Gli accorpamenti vanno governati

Editoriale Radio Onda Libera del 23 dicembre 2014

Il futuro dell'Umbria. Da anni si parla di un nuovo assetto istituzionale, si sostiene che le Regioni così come delineate non si reggono più, che l'impianto è vecchio, risale a oltre quarant'anni fa, quando l'Italia fu divisa nelle venti regioni attuali e l'Europa non era ancora nata. Da qualche tempo il tema, la parola d'ordine è accorpamento.
Per l'Umbria l'ideale sarebbe aggregarsi con le Regioni vicine per costituire una sorta di Italia di mezzo, una grande Centralia. E in merito sono stati organizzati anche convegni e dibattiti, discussioni e studi. Poi ultimamente, anche con il rinnovamento delle Province che dovrebbe portare verso la cancellazione, le proposte sono diventate più concrete e soprattutto sono state messe nero su bianco.
La prima era stata avanzata dal sindaco di Pesaro Ricci e proponeva la fusione tra Umbria e Marche. Poi, di recente è stato depositato il progetto di Roberto Morassut, sempre del Pd, che propone di passare da 20 regioni a 12 con l’Umbria messa insieme a Toscana e provincia di Viterbo.
La presidente dell'Umbria nella conferenza di fine non ha chiuso le porte a un riassetto delle Regioni purché – ha detto – si faccia seguendo un percorso condiviso e gli assetti istituzionali siano funzionali alle esigenze dei cittadini.  Che non si ripeta, cioè, quello che è avvenuto con le Province. Insieme a Toscana e Marche – ha aggiunto – saremmo più competitivi in alcuni ambiti, mentre in altri settori non ci sarebbe un miglioramento. Di certo, l’Umbria non è sminuzzabile.
In merito è intervenuto anche il presidente del Lazio Zingaretti, che ha proposto di partire dall'accomunare dei servizi mettendo insieme certe funzioni di governo prima che imporre l'aggregazione delle Regioni e poi pensare alle esigenze dei cittadini. Insomma, per il governatore laziale la divisione in venti regioni è anacronistica ma si può iniziare da subito a lavorare per esempio sui trasporti, sulla protezione civile, sull'ambiente, per un nuovo riassetto della Penisola. 

Questo dell'accorpamento delle Regioni è un cavallo di battaglia che da anni portiamo avanti, anche sulle pagine del Corriere dell'Umbria, perché guardando in prospettiva l'Umbria, una piccola terra, non potrà reggersi da sola, non ha i numeri sufficienti per camminare sulle sue gambe. Quindi, prima o poi, sarà inevitabile che verrà accorpata ai territori vicini. Le istituzioni umbre dovrebbero essere lungimiranti nel governare questo processo anziché subirlo a esclusivo vantaggio dell'efficienza e nell'interesse dei cittadini e delle imprese.

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