mercoledì 3 dicembre 2014

All'alba l'accordo sull'Ast

Editoriale Radio Onda Libera del 3 dicembre 2014

Al ministero per lo Sviluppo economico c'è stata l'ennesima maratona notturna per la trattativa sull'Ast. All'alba un accordo di massima è stato raggiunto, ora si stanno scrivendo i dettagli dell'intesa. Un compito non facile, anzi si tratta di condividere punto per punto, virgola per virgola. La presidente della Regione che doveva partire per Bruxelles alle 6 ha ritardato la partenza pur di non abbandonare il tavolo della trattativa. E ha assicurato che arriveranno nuovi fondi per il sostegno alla aziende dell'indotto.
Insomma la voglia di chiudere definitivamente una vertenza che dura da cinque mesi è di tutti, dei sindacati soprattutto quelli nazionali, dei lavoratori e in particolare dell'azienda tedesca che dallo sciopero a oltranza ha ricevuto un danno non indifferente. Da ieri sono partite le merci e la fabbrica ha ripreso in pieno la sua operatività. Così la trattativa si è incanalata in un clima più disteso o comunque su presupposti consistenti e con passi avanti verso l'intesa. E in queste ore, in questi minuti, si sta discutendo su quella che sarà la bozza di accordo da sottoporre ai lavoratori. Si sta discutendo sui dettagli, quelli che decideranno la sorte della fabbrica di viale Brin.
Non sono mancate le polemiche tra sindacalisti perché a un certo punto il leader della Fiom, Landini, ha lasciato il tavolo della trattativa per andare a Ballarò. Ovviamente i suoi colleghi hanno riempito la rete di twitt ironici in merito.  Comunque a parte questo, l'importante è l'accordo, l'importante è che l'Ast continui a produrre a Terni, che i lavoratori continuino a lavorare, che quelli che hanno accettato il bonus degli ottantamila euro di uscita siano soddisfatti e non abbiano problemi per il futuro.
E poi la speranza è che una volta chiuso e approvato l'accordo chi di dovere, in primis la politica, la classe dirigente di questa regione, si faccia un bell'esame di coscienza e si renda conto degli errori fatti nel passato, remoto e recente, così tanto per non ripeterli più. Perché con il lavoro, che è la vita dei cittadini, che è la dignità della gente, non si scherza. Non si può scherzare.

Nessun commento:

Posta un commento