domenica 16 novembre 2014

Tk-Ast. in campo anche Confindustria

Editoriale Radio Onda Libera del 14 novembre 2014

Per l'Ast oggi forse è la volta buona. Dopo l'incontro esplorativo di ieri pomeriggio la riunione è stata fissata per stamattina, alle 9.30, sempre al ministero dello Sviluppo economico. La convocazione è arrivata direttamente dal ministro Guidi all'azienda, ai sindacati e alle istituzioni. E la percezione è che si voglia arrivare a un accordo, a chiudere definitivamente la vertenza.
Un segnale importante e in tale direzione è arrivato ieri sera dalla Confindustria Umbria, dal vicepresidente Stefano Neri che in una nota ha detto che "proseguire con le attuali forma di protesta all’Ast rischia di produrre danni incalcolabili non solo per l’acciaieria, ma per tutto l’indotto e per la città". Secondo Confindustria Umbria per effetto dello sciopero a oltranza e della chiusura delle portinerie dello stabilimento siderurgico sono decine le imprese, associate e non, che si vedono impossibilitate a lavorare. Queste imprese occupano direttamente oltre 1.200 lavoratori che sono impiegati stabilmente all’interno dell’Ast.
Alcune di queste imprese, dice Confindustria, "con notevoli sforzi, riescono a pagare gli stipendi di ottobre, ma probabilmente nessuna di esse riuscirà a pagare gli stipendi del mese successivo. Per dimensione e per settore di attività, peraltro, molte di queste aziende non possono utilizzare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria né la mobilità. Per giunta – l’associazione datoriale è durissima – le organizzazioni sindacali hanno ufficialmente comunicato a Confindustria Umbria ‘la propria indisponibilità alla sottoscrizione di nuovi accordi o ampliamenti di cassa integrazione guadagni per tutti i dipendenti che svolgono attività all’interno del sito Tk-Ast di Terni' ".
Secondo l'associazione degli imprenditori parliamo di oltre 500 lavoratori impiegati nelle aziende dell'indotto. Fondamentale si rivelerà forse la presa di posizione di Confindustria che fino a oggi è stata in silenzio rispetto a quanto sta succedendo da quattro mesi a questa parte. Da segnalare inoltre anche la parola del presidente dei vescovi italiani Bagnasco che ha invitato le parti, in particolare il governo, a tenere in Italia i nostri gioielli industriali e tra questi ha citato le acciaierie di Terni. E allora incrociamo le dita e speriamo che oggi si firmi l'accordo. Per il bene di tutti.


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