domenica 16 novembre 2014

Primi spiragli nella vertenza Tk-Ast

Editoriale Radio Onda Libera del 7 novembre 2014

Si è riaperta la trattativa, è ripreso il dialogo per il futuro della fabbrica di Terni. Questo l'esito di ieri sera dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico. E questo è un aspetto positivo rispetto al muro che c'era. Il presidente del consiglio Renzi ha parlato di spiraglio. L'azienda parla di "accordo di ristrutturazione". Intanto sono stati sbloccati gli stipendi, la Thyssen Krupp si è impegnata a pagarli entro lunedì.
Il commento dei sindacati è di grande cautela, senza sbandierare soddisfazione. Si tratta per loro di un compromesso e questo non basta. Per quanto riguarda gli stipendi non si tratta di alcuna concessione ma solo il rispetto di un diritto elementare, chi ha lavorato deve essere pagato, punto.
Vediamo ora nel dettaglio il risultato dell'incontro. In poche parole al Mise sarebbe stato concordato che ThyssenKrupp porterà a 200 milioni di euro, rispetto ai 110 milioni iniziali, gli investimenti da effettuare nel prossimo triennio. Sul fronte degli esuberi l'Ast ha parlato di circa 100 esuberi perché non conteggia già più le 140 le persone che hanno firmato per essere volontariamente inserite nelle liste di mobilità e le altre 50 che potrebbero, invece, uscire entro dicembre. In totale alla fine dei giochi saranno fuori dall'azienda 290 dipendenti. Ma il problema fondamentale resta un altro: l’azienda rimane ferma a un milione di tonnellate di acciaio fuso all’anno, ma siccome si è più volte detto che con queste quantità l’equilibrio economico non sarebbe garantito, restano tutti interi i dubbi sul futuro. Soprattutto sull’area a caldo.
Comunque è comprensibile che i lavoratori non abbiano fatto salti di gioia e abbiano anche contestato civilmente i rappresentanti sindacali ma va sottolineato che rispetto alla chiusura e alla distanza abissale tra le parti ora qualcosa è accaduto: ora le parti hanno ripreso a parlarsi, a confrontarsi. Non per vedere il bicchiere mezzo pieno ma nessuno può sostenere che non sia cambiato nulla. E poi le trattative sono costruzioni di paziente e a volte lunga mediazione. Arroccarsi su posizioni intransigenti significa restare fermi e non concedere nulla, quindi è scontro, chiusura. E questa vertenza di tutto ha bisogno, tranne di questo. Ovviamente è solo il nostro pensiero. 


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