domenica 16 novembre 2014

Polveriera d'acciaio

Editoriale Radio Onda Libera del 12 novembre 2014

Vertenza Ast: altro rinvio, l'ennesimo. A martedì prossimo, 18 novembre. Il risultato dell'incontro al ministero dello sviluppo economico tra governo, azienda e sindacati ha fatto infuriare i lavoratori. L'esasperazione e la tensione a Terni sono alle stelle. Stanotte sono state bloccate le strade vicino alla fabbrica e sono stati incendiati dei cassonetti. Intanto il prefetto ha tenuto ieri il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
A preoccupare sono le ripercussioni dell’attuale clima di allarme e grave malcontento legato agli sviluppi della vertenza Ast e anche dopo le tensioni nella sede di Confindustria in occasione dell’incontro per la cassa integrazione di duecento lavoratori della Ilserv, una delle aziende dell'indotto delle acciaierie ternane.
L'incontro di Roma non ha avuto gli esiti sperati, le posizioni delle parti sono rimaste distanti e non si intravedono vie di uscita. Oggi i lavoratori dovranno decidere se continuare lo sciopero o decidere altre iniziative di lotta.

Dicevamo della notte di tensione davanti e nelle vicinanze della fabbrica e l'azienda che ha fatto saldare i cancelli di ingresso. Tale azione è stata letta dagli operai come una provocazione e quindi la reazione di rabbia e violenza con telecamere divelte, vetri delle finestre frantumati e una porta incendiata. I
lavoratori, in sciopero da 21 giorni, hanno poi contestato i rappresentanti sindacali colpevoli a loro dire di essere troppo teneri in una nota di commento dell'incontro con le controparti, azienda e soprattutto governo sempre più lontano. In un'assemblea volante intorno a mezzanotte, le spiegazioni date – l’azienda che si è di nuovo chiusa a riccio, il governo che non ha fatto nulla di concreto – non hanno convinto i lavoratori, che hanno sfogato – verbalmente – la loro delusione proprio sui sindacalisti locali.
Insomma la situazione è ai limiti della sopportazione, i rischi sono di un conflitto sociale senza precedenti, e questo perché, mettendo in fila i fatti e le ultime novità, i lavoratori sono sfiniti da questi tira e molla, dalle promesse non mantenute, dagli annunci sbandierati e dai rinvii di giorno in giorno, di settimana in settimana, da quattro mesi a questa parte. E il tutto avviene sulla loro pelle, sulla loro vita, sul loto futuro.
L'auspicio è che si riaprano le ragioni del dialogo, che facendo tutti un passo indietro si trovi una soluzione per il bene dell'azienda, per il bene della comunità intera.

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