domenica 16 novembre 2014

Renzi, l'acciaio e una vertenza infinita

Editoriale Radio Onda Libera del 5 novembre 2014

La protesta dei lavoratori delle acciaierie ternane è arrivata a Bruxelles, al parlamento europeo. Una manifestazione pacifica, giro di incontri con i parlamentari europei, scambio di documenti. E richieste di aiuto per sbloccare una vertenza che dura da troppo  tempo. I dipendenti dell'Ast si attendono fatti concreti, e hanno appreso con speranza quanto detto dal presidente del consiglio Matteo Renzi, parlando ai gruppi parlamentari del suo partito, il Pd. E cioè, testualmente, "Terni senza acciaio è una città fantasma. Credo e penso che si possa trovare un accordo, purché non si usino le vertenze aperte per polemiche politiche".
Concetti ripetuti anche nella trasmissione televisiva ‘Ballarò: "Sto facendo pressione, ne parlo a tutti i livelli, perché l’azienda arrivi a un accordo. ThyssenKrupp deve fare un passo avanti e un accordo si può fare". Già, un accordo: sul fatto che sia necessario trovarlo, infatti, sono d’accordo anche i lavoratori delle acciaierie. Il problema sono i termini di quell’accordo, il problema sono le condizioni, i contenuti.
Quello che resta è il documento consegnato ai parlamentari europei con cui si chiede "di sostenere il ‘no’ ai licenziamenti e al contrario mettere in campo azioni alternative a partire dall’utilizzo dei contratti di solidarietà attraverso la riduzione degli orari di lavoro che rappresentano una via di uscita sostenibile da questa crisi". Ma non solo: "ThyssenKrupp collochi l’Ast dentro una strategia di mercato e di competitività internazionale; i parlamentari europei si impegnino a garantire l’integrità del sito ternano in tutte le sue articolazioni produttive (caldo e freddo) a partire dall’obiettivo di tornare nel triennio ad una produzione di almeno 1,2 milioni di tonnellate di fuso, confermando l’assetto impiantistico con i due forni elettrici; il piano europeo per l’acciaio si doti di strumentazioni immediatamente operative in particolare a partire dai costi dell’energia, evitando un differenziale competitivo così ampio tra i diversi paesi europei e le diverse produzioni energivore". Senza dimenticare gli stipendi non ancora pagati e le relazioni industriali sfasciate.
L’attenzione, intanto, si sposta sul ministero dello Sviluppo economico, dove domani mattina si riaprirà il confronto sul piano industriale e sotto il quale ci saranno, di nuovo, i lavoratori a manifestare (sette gli autobus che li trasporteranno) e a ricordare che sono in sciopero da talmente tanti giorni che nemmeno loro se li ricordano più e che l’a.d. Lucia Morselli tiene ancora bloccati i loro stipendi di ottobre. Per tenere alta l’attenzione su tutto questo, alle 20,30 di stasera dai cancelli delle acciaierie partirà una fiaccolata che raggiungerà palazzo Spada.
Insomma l'attenzione deve restare alta, altissima, su una vertenza che sembra non chiudersi mai.



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