domenica 30 novembre 2014

La sofferenza infinita dell'Ast

Editoriale Radio Onda Libera del 27 novembre 2014

Quella dell'Ast è una vertenza infinita. La trattativa al ministero dello Sviluppo economico si è interrotta all'alba, un nuovo incontro è fissato per domani. Dopo ore di confronto, poche ore fa il ministro Federica Guidi e i sindacalisti nazionali hanno dovuto prendere atto che non c’era verso, non era aria di chiudere l'accordo. Quindi hanno dovuto accettare di sospendere di nuovo tutto e rinviare il confronto con la multinazionale tedesca. Ma forse neppure domani si chiuderà, si parla già di un altro giorno, martedì, perché da quel giorno in poi la fabbrica, che in alcuni suoi reparti ha ripreso a funzionare da ieri, opererà a pieno regime.
Questa la spiegazione dell'ennesimo rinvio a parere dei sindacati che hanno espresso la disponibilità a proseguire il confronto; dall'altra parte l'azienda ha chiesto un po' di tempo per verificare ulteriori richieste volontarie di uscite incentivate.
L'incontro al ministero tra governo, azienda e sindacati mostrava dei passi in avanti. Le posizioni tra l'Ast e sindacati si erano avvicinate tantissimo, per qualche sindacalista l'azienda ha mostrato al tavolo "un atteggiamento più costruttivo". Ottanta esuberi al massimo, ma senza ricorrere a licenziamenti drastici. A tarda sera il confronto si era concentrato su questa ipotesi per la riduzione del personale. Nelle ultime ore altri 62 lavoratori dell’Ast sarebbero usciti volontariamente con i bonus, assicurati dall’azienda, e questo avrebbe portato a un’ulteriore riduzione dei 125 esuberi dichiarati in sede di negoziato. Ma l'azienda non si è accontentata e vuole tutti gli esuberi, nessuno escluso, a casa. E questa pare diventata la condizione sine qua non per proseguire, oltre alle voci legate agli investimenti, ai rapporti con le ditte esterne e all'integrativo.
Insomma ancora un rinvio; questa dell'Ast sembra, anzi è, una sofferenza infinita. Un braccio di ferro che non conosce cedimenti, che deve portare secondo la multinazionale tedesca a un ridimensionamento del sito ternano, quindi a un alleggerimento della forza lavoro. Questo il destino delle acciaierie. Grazie alla miopia di chi ci ha governato, a tutti i livelli. Che dire di più? Niente, solo speriamo che domani o martedì sia la volta buona, che la vertenza si chiuda con un accordo decente e di soddisfazione.

 

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