giovedì 1 novembre 2012

Cancellata la Provincia di Terni

Editoriale Radio Onda Libera 1 novembre 2012

La riforma sulla riduzione delle Province va avanti. Nonostante le chiacchiere, le barricate, i documenti dei Cal (Consigli delle autonomie locali) e le guerre tra i campanili. Il governo ha previsto con un decreto legge la riduzione da 86 a 51 Province e parliamo ovviamente di riordino  nelle regioni a statuto ordinario. L'Umbria avra' una sola Provincia, sarà cancellata quella di Terni. E quella di Perugia da gennaio sarà rivoluzionata con la soppressione della giunta e l'assegnazione delle deleghe a non più di 3 consiglieri provinciali.  A novembre 2013 ci saranno le elezioni con il presidente indicato dai sindaci.

E' una riforma questa, ha sostenuto il ministro Patroni Griffi, che si allinea con l'Europa che prevede tre livelli di amministrazione. Ovviamente ora ci saranno tutti gli adempimenti necessari per arrivare alla completa riorganizzazione dell'apparato istituzionale.
Fin qui la notizia. Ora il commento. Ribadito più volte in questi mesi, ricordate che la proposta del governo risale a luglio scorso, il concetto che la strada giusta sarebbe stata la soppressione di tutte le Province, alcune veramente ridicole per numero di abitanti e per il resto, il riordino e' già qualcosa, un passo avanti per snellire la macchina dello Stato e soprattutto alleggerire la spesa pubblica.
Naturalmente in questi mesi si sono succeduti interventi a favore e contro il provvedimento, noi ci siamo schierati per la novità, per il superamento delle Province. Perché sono enti superflui nelle competenze e sia ben chiaro che non parliamo di chiudere le Province e mandare a casa i dipendenti, questi sono argomenti demagogici e strumentali. Parliamo di una razionalizzazione di quegli organismi che il piu delle volte si trasformano in carrozzoni.
In un mondo che va nella direzione della globalizzazione, in un paese dove il debito pubblico sembra un fiume in piena, avere un atteggiamento conservatore significa non rendersi conto del tempo che passa e che un'epoca storica e politica e' finita.  Siamo in una fase di passaggio dalla seconda alla terza repubblica, la politica si sta dimostrando inadeguata, i tecnici stanno facendo quello per cui sono stati chiamati. Il cambiamento e' dietro l'angolo, le avvisaglie ci sono e si sentono, se sarà in meglio o in peggio non lo sappiamo. Ma di sicuro ci sarà.

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