domenica 18 novembre 2012

Giannini & Ginetti:
il bello del fattore "g"

Il punto del direttore 18 novembre 2012

Il coraggio è una qualità che non si acquista al supermercato o si trova per strada. O uno ce l’ha e lo tira fuori al momento opportuno. O non ce l’ha e non se lo può far prestare per fare bella figura.
Due esempi di persone che hanno dimostrato di avere coraggio sono due donne. Entrambe svolgono ruoli pubblici, una quello di sindaco, l’altra quello di rettore. Ed entrambe hanno deciso di mettersi in discussione, di scendere in campo per inseguire un’idea o una passione.

Nadia Ginetti è il primo cittadino di Corciano, al secondo mandato, e per le primarie che interessano il suo schieramento di centrosinistra si è collocata con i renziani. Quando il rottamatore per eccellenza arrivò a Solomeo e il sindaco fece la sua apparizione, un po’ di sorpresa la provocò a piazza della Repubblica. E sicuramente l’establishment del Pd, il suo partito, cercò di farla rientrare nei ranghi, vale a dire nelle fila dei bersaniani. Ma lei, convinta ed entusiasta della politica del suo collega rifiutò e andò avanti. Così ora la Ginetti nei panni della rottamatrice si è attirata anche le critiche di chi sostiene la sua una scelta di comodo, di ripiego visto che quasi al termine dell’esperienza di sindaco non le hanno fatto ponti d’oro per il futuro. Mal a difesa è forse più convincente: una come la Ginetti avrebbe trovato sicuramente una collocazione nel suo partito soprattutto se fosse rimasta fedele alla maggioranza a coloro cioè che detengono il potere in Umbria. La sua figura sarebbe stata spendibile perché amministratrice di un comune medio, perché donna, perché giovane. Insomma la sua decisione di appoggiare il sindaco di Firenze appare più come una scelta di cuore che di calcolo. Chapeau.
Il secondo esempio di donna coraggiosa risponde al nome di Stefania Giannini, rettore dell’università per stranieri. Pure lei al secondo mandato, pure lei avrebbe potuto tranquillamente appendere l’impegno e la fatica al chiodo e godersi la prosecuzione della carriera accademica. Invece no, ieri è stata tra i partecipanti più attivi alla kermesse organizzata da Luca Cordero di Montezemolo dal titolo “Verso la terza repubblica”. La Giannini per le sue capacità di intessere e mantenere buone relazioni è stata già in passato adocchiata per una candidatura in pectore. Con il centrodestra per la precisione matutto restò a livello di contatti e di ipotesi, l’ostacolo fondamentale fu la miopia degli esponenti del posto che non tollerarono, anzi impedirono, il ricorso a un tecnico. Non se ne fece nulla ma di avances ne ha ricevute, eccome.
Ora con la situazione politica a pezzi e il nuovo quadro in via di ricomposizione, la Giannini non se l’è sentita di dire no all’offerta di un nuovo impegno. E coraggiosamente è scesa in campo, coni centristi, con coloro che vogliono costruire una casa per il premier Monti e con la consapevolezza che i partiti tradizionali non sono più all’altezza di inventare e guidare il cambiamento.
Fin qui il fattore G (dal cognome) di due donne che possono dare ancora qualcosa a questo Paese quanto meno in termini di lavoro, sensibilità e intelligenza. E ovviamente coraggio per aver fatto scelte non proprio di comodo. Tanto di cappello adentrambe.

Per il resto, la politica nostrana ci ha riservato solo la conferma della presidenza del consiglio regionale. Eros Brega guiderà l’assemblea di palazzo Cesaroni fino al termine della legislatura e con lui è stato confermato l’ufficio di presidenza. La rielezione è stata abbastanza tranquilla, la maggioranza si è divisa ma poi ricompattata sul nome del vicepresidente, Stufara del Prc. Per il resto noia assoluta, anzi un po’ di brivido alla lettura del voto quando dalle urne sono uscite 23 schede con il nome di Brega, tre voti in più di quelli a disposizione della maggioranza. Che in questi momenti di tutto ha bisogno tranne che di smottamenti nella tenuta. E così è stato.
Ora dentro il centrosinistra l’attenzione è tutta rivolta alle primarie di domenica prossima, alla grande sfida a 5 per la leadership della presidenza del Consiglio. I più quotati sono Bersani e Renzi. L’Umbria non dovrebbe riservare sorprese a favore del segretario del partito. Ma interessante sarà vedere quanto seguito avrà conquistato il rottamatore fiorentino nelle nostre città. E a urne chiuse si faranno i conti, e solo allora i numeri e le percentuali si peseranno. anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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