domenica 25 novembre 2012

Che le primarie siano per tutti

Il punto del direttore del 24 novembre 2012

E’ il giorno delle primarie. Quelle del centrosinistra, quelle collaudate, quelle che mobilitano e appassionano. Quelle che indicheranno il nome del candidato a premier. Una sfida a 5, una sfida che ha il sapore della conta ma anche il merito di aver rianimato una parte politica, almeno secondo quanto dicono i sondaggi. Eh sì, perché prima della data delle primarie il Pd e in genere il centrosinistra vivacchiava, costretto in una maggioranza anomala di sostegno al governo dei professori.
La campagna elettorale è stata salutare sul fronte della partecipazione, le piazze e le sale si sono riempite, la gente è tornata a discutere e a dividersi soprattutto tra renziani e bersaniani. E tutto sommato questo è stato un bel vedere.
Quindi un primo risultato le primarie lo hanno ottenuto, a prescindere da chi stanotte vincerà, se ci sarà un vincitore, oppure sarà necessario il secondo turno di ballottaggio. Ed è quello di aver fatto tornare la politica al centro del tavolo. Poi bisogna anche dire che queste primarie sono vere, sentite, quindi la contrapposizione è autentica. Da almeno un anno i partiti o meglio coloro che li governano si stanno allontanando sempre di più dalla gente, non sapendo (o non volendo) raccoglierne le istanze, ascoltarne i bisogni. L’antipolitica non è arrivata all’improvviso ma il vento all’inizio ha soffiato piano, poi con gli scandali e le ruberie si è fatto sentire sempre più forte. Fino a mostrare numeri impressionanti sotto il capitolo astensionismo alle recenti elezioni regionali in Sicilia. In un clima di crisi e di sfiducia, se la tendenza si invertirà ci potrà essere qualche speranza, altrimenti il malcontento verso la classe politica sarà sempre più ampio e profondo.
A parte questa divagazione, va sottolineato che le primarie sono uno strumento di selezione importante e fondamentale. Una volta c’erano le scuole di partito, si cominciava nei più piccoli organismi a fare la gavetta, si studiava molto e chi si distingueva emergeva e faceva carriera. Oggi circolano tanti politici già “imparati” che una volta sistemati dal partito su qualche sedia si sentono unti dal signore e guai a chi li critica e a chi prova a toccarli. Perciò le primarie sono una risorsa per chi crede ancora nella politica perché danno la possibilità ai cittadini di esprimersi, di scegliere da che parte e con chi stare e di conseguenza consegnano un mandato pieno. A chi affidare le sorti di un partito, a chi il governo di una regione o di un Paese. Come le preferenze, tanto invocate a parole e tanto temute nella pratica. Chi le osteggia sostiene che favoriscono la compravendita dei voti. Una cavolata. I partiti che contrastano le preferenze sono quelli che vogliono continuare a decidere nel chiuso delle segreterie i candidati da nominare. Le preferenze come le primarie garantiscono le espressioni di scelta e di democrazia. Quindi andrebbero utilizzate sempre e comunque, in ogni consultazione, in ogni voto.
Comunque sempre parlando delle primarie del centrosinistra, in Umbria la situazione è abbastanza scontata e stanotte il risultato, tranne sorprese, rispecchierà il tutto. La maggioranza del Pd è schierata con il segretario, la minoranza con il sindaco di Firenze che mostra una buona dose di coraggio venendo per la seconda volta in questa terra a lanciare il suo programma e ad adunare le folle.
A fare da supporter al Pd anche i socialisti che hanno scelto Bersani per un calcolo di opportunità, in un rapporto di alleanza ma soprattutto di apparentamento futuro. Tradotto fuori dal politichese vuol dire che i socialisti non ci stanno a restare esclusi dal parlamento per un’altra mandata quindi si stanno attrezzando e alla grande. Già si parla di candidature certe (l’elezione certa è un’altra cosa e si vedrà a tempo debito) di qualche capetto del partito (non del segretario regionale Potenza, che proprio su queste pagine ha ribadito la sua indisponibilità a candidarsi) che si sta allenando a diventare onorevole e per questo sta mostrando qualche nervosismo di troppo.
Le primarie sono una sacrosanta cosa, i partiti e le coalizioni se hanno capacità di rinnovarsi le facciano anche per i candidati al Parlamento così gli aspiranti tali si sottopongono al giudizio non solo dei vari Nencini ma anche a quello dei cittadini. Una prova di democrazia fa sempre bene. Che tristezza invece gli atteggiamenti arroganti di certi politici che si sentono insigniti di un qualche incarico dall’alto e guardano in basso come se sussurrassero la frase “lei non sa chi sono io...”. Mah, le primarie potrebbero diventare una salvezza ma andrebbero disciplinate per legge. Forse, come le preferenze, riavvicinerebbero un po’ la gente alla politica. Forse.
anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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