lunedì 19 ottobre 2015

E' di scena la politica
del "fatti più in là"

Il punto del direttore del 18 ottobre 2015

“Fatti più in là” era il titolo di una canzone orecchiabile e fortunata degli anni Settanta lanciata dal trio Le Sorelle Bandiera, scovato da Renzo Arbore che lo lanciò nel programma L’altra domenica. Ma che c’entra quel motivetto di qualche decennio fa con la situazione attuale? C’entra, c’entra perché quel titolo rispecchia alla perfezione la querelle in corso da qualche mese nei palazzi della giustizia amministrativa tra un consigliere regionale e un’aspirante tale.

La posta in palio non è una bazzecola, bensì uno scranno nell’assemblea legislativa. Ergo, nelle carte bollate ben si addice il ritornello “fatti più in là” tra Carla Casciari, prima dei non eletti nella lista del Pd e Giuseppe Biancarelli, eletto con Umbria più Uguale come dodicesimo consigliere di maggioranza. A menar le danze ha cominciato prima l’ex dipietrista che ha presentato un ricorso al Tar chiedendo di riconteggiare i voti includendo nella ripartizione quelli dati al candidato a presidente. I giudici amministrativi le hanno dato ragione e via con le bottiglie di spumante per festeggiare l’elezione avvenuta ipso diritto. Ma il professore eugubino non ha intenzione di sloggiare ed è ricorso al Consiglio di Stato che ha sospeso la decisione del Tar, sbarrando così la strada alla Casciari e ha rinviato la trattazione nel merito al 5 novembre. 
Fin qui il fatto e l’antefatto. Ma il bello si è consumato successivamente. Quando si è tenuta la riunione del consiglio regionale con Biancarelli che non era stato invitato ma forte della decisione si è presentato in aula. E a questo punto possiamo dire che le aule non sono tutte uguali. Ci sono quelle dove regna il caos, quelle dove non vola una mosca e quelle dove si percepiscono i sentimenti più disparati come il disorientamento, il nervosismo e la tensione. A questa terza specie è appartenuta quella dell’assemblea legislativa durante l’ultima seduta. L’ordine del giorno si è incartato per un motivo preciso, la notifica soltanto il giorno prima (e non come previsto cinque giorni) della convocazione del consiglio a Biancarelli, perché fino a poche ore prima era legittimata la Casciari a sedere a Palazzo Cesaroni.
In maniera più conveniente il consiglio si sarebbe dovuto rinviare ma forse si è pensato di salvare capra e cavoli e alla fine il pastrocchio è stato peggiore. Perché in aula si sono consumati psicodrammi, c’era chi invocava la non regolarità dell’assemblea. Una brutta figura non c’è che dire, ingigantita peraltro dall’assenza giustificata (era a Bruxelles per la candidatura di Perugia a capitale europea dei giovani) del capogruppo “autunnale” del Pd Giacomo Leonelli che quindi non ha potuto dettare la linea e anche perché l’ordine del giorno prevedeva almeno un paio di mozioni a suo nome. Via allora ai conciliaboli, alla strategia per rimediare e soprattutto per uscire dalla palude. Poi quando il diavolo ci mette lo zampino ecco che il consigliere Biancarelli non partecipa al voto sul rinvio della seduta su un pacchetto di nomine perché si trovava fuori dall’aula. E il gesto è stato interpretato con una certa malizia da più di qualcuno della maggioranza, tipo ritorsione per la convocazione tardiva di cui sopra. Comunque resta il fatto che almeno per due settimane non si scioglierà il nodo Biancarelli-Casciari perché il Consiglio di Stato deciderà solo il 5 novembre. Ma il giorno prima ci sarà un’altra decisione che riguarda la politica umbra, e cioè il parere del tribunale sulla legge elettorale regionale, definita da più parti Umbricellum per la vicinanza con il Porcellum, in merito a diversi punti, uno fra tutti il premio di maggioranza senza soglia. In conclusione il Palazzo umbro della politica a distanza di quasi cinque mesi dalle elezioni non vive momenti tranquilli con la spada della giustizia sulla testa. Ma anche grazie a un po’ di leggerezza che spinge i politici a muoversi pensando che tanto tutto si sistemerà. A disturbare i “manovratori” solo il Movimento 5Stelle che non perde occasione per puntualizzare, per sollevare questioni, per pungolare, per cercare di inchiodare tutti alle proprie responsabilità. E questo è a oggi l’unico elemento di novità.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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