venerdì 2 ottobre 2015

Un canguro a Palazzo Madama

Editoriale Radio Onda Libera dell'1 ottobre 2015

La riforma del Senato è all'esame del Senato. E qui se ne vedono di tutti i colori, compreso il ricorso al "canguro" che non è ovviamente l'animale che vive in Australia bensì un tecnicismo, che permette - una volta votato un emendamento - di saltare senza colpo ferire tutti quelli che riguardano lo stesso argomento. Un escamotage, appunto, resosi necessario per accelerare il dibattito, dibattito cominciato male fin dal inizio, a parere dei senatori naturalmente. Perché in pratica il Senato deve votare il proprio suicidio, la propria abolizione tra virgolette. Le resistenze sono tante ed enormi da parte di chi vuole salvare la propria poltrona.
Abbiamo anche visto la presentazione di addirittura 82 milioni di emendamenti che sono stati dichiarati inammissibili (pensate che solo per leggerli ci sarebbero voluti più di una decina di anni), abbiamo seguito le schermaglie dentro e fuori il Palazzo, dentro e fuori i partiti, ma ora il disegno di legge Boschi comincia a muovere i primi passi anche se le proteste continuano.
Ma andiamo per ordine e facciamo un po' di aggiornamento. La bagarre è cominciata quando il presidente Grasso ha messo in esame l’articolo 1 della legge che dovrebbe trasformare il Senato e ha dichiarato ammissibili solo gli emendamenti alle parti già modificate, con 19 di questi votabili a scrutinio segreto, rischiosi per la maggioranza. Così ecco la contromossa di Roberto Cociancich, senatore del Pd, che presenta un emendamento “canguro”, cioè che fa saltare tutte le altre proposte di modifica. Iniziativa che scatena le proteste di tutte le opposizioni: c'è chi parla addirittura  di “attentato alla democrazia”, di “emendamento-truffa”, di “burla intollerabile al Parlamento” e c'è chi si scatena con epiteti tipo “jihadista della maggioranza”.
Da quanto visto e sentito, l'iter di questa riforma non sarà agevole perché le insidie sono tante ma dopo l'accordo raggiunto con la minoranza del Pd i numeri ci dovrebbero essere, e dovrebbero essere tutti della maggioranza, senza aiuti o stampelle di altri gruppi appositamente costituiti. Di certo i tempi sono stretti, la riforma dovrà passare entro la prossima settimana, prima dell'arrivo della legge di stabilità. E quando sarà approvata sarà un altro successo di Renzi e del suo governo che comunque, bisogna dargliene atto, qualcosa a casa sta portando in termini di risultati.

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