martedì 20 ottobre 2015

Migranti, una tragedia infinita

Editoriale Radio Onda Libera del 19 ottobre 2015

Parliamo di migranti, anche se i riflettori sono accesi su altre questioni, dalle unioni civili ai fatti cronaca, alla politica e alle beghe di palazzo. Vogliamo parlare ancora una volta di questa tragedia perché ogni giorno, ogni ora si contano altre vittime sulla rotta mediterranea dei profughi verso l'Europa. Decine e decine di morti ingrossano il mare, tra cui bambini, tanti bambini, sembra un bollettino di guerra.
Eppure centinaia e centinaia di persone si avventurano su barconi insicuri per raggiungere Paesi dell'Europa per sfuggire a una vita di povertà e guerra. Ma la nostra attenzione si riaccende solo quando la tragedia diventa clamorosa, quando la foto di un bambino morto sulla spiaggia o di un ragazzino chiuso in una valigia scuotono le nostre coscienze. Ma purtroppo tutto svanisce, perfino l'indignazione e la commozione, e si pensa ad altro, ci si concentra su altro.
Invece le tragedie si perpetuano, si consumano tra il silenzio e l'indifferenza, anzi pare che sia subentrata l'assuefazione a notizie del genere, notizie sempre più relegate in fondo ai telegiornali e in decima pagina sui giornali. Non ci si può commuovere a intermittenza, soffrire di amnesia, perché quello che accade non ci riguarda da vicino. 
L'emergenza migrazione è un fenomeno che non è destinato a interrompersi nel giro di qualche mese, purtroppo aumentano i Paesi le cui condizioni impediscono una normale esistenza e quindi saranno sempre tantissimi gli uomini, le donne e i bambini che fuggono in cerca di una vita migliore. 
Si susseguono le tragedie in mare, ma resta drammatica anche la situazione sul fronte terrestre soprattutto dopo la chiusura della frontiera da parte dell'Ungheria. Il flusso di migliaia di profughi si dirige verso la Slovenia nella speranza di raggiungere Austria e Germania. E l'Europa, dopo aver rivisto le quote, continua a non essere all'altezza, continua a non riuscire a elaborare un piano serio ed efficace per l'accoglienza e lo smistamento di questi poveri disgraziati. Intanto continuano i morti, le tragedie. Ma che senso ha un insieme di Stati quando non si sa fronteggiare un problema, se pur importante, come la migrazione? 

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