lunedì 19 ottobre 2015

Finanziaria con poca lotta agli sprechi

Editoriale Radio Onda Libera del 16 ottobre 2015

La legge di stabilità, la vecchia finanziaria, è stata partorita. La manovra si aggira sui 27-30 miliardi e prevede una serie di novità, alcune positive e condivisibili, altre un po' meno. Ma attenzione perché dovrà essere approvata dal Parlamento per produrre i suoi frutti e quindi ci potranno essere dei cambiamenti. E poi c'è anche da attendere un via libera dall'Unione europea per stabilire con esattezza la cifra che oscilla appunto di tre miliardi. Ma intanto vediamo le novità che si vorrebbero introdurre.
La prima, la più eclatante, è l'abolizione della tassa sulla prima casa, niente più Imu, Tasi e compagnia bella per i proprietari, ma non finisce qui perché si vuole eliminare anche la tassa sui terreni agricoli. Restando nell'edilizia confermati gli ecobonus e i bonus mobili. Poi c'è l'annuncio del taglio dell'ires, la tassa sui profitti delle imprese, da prevedere dal prossimo anno. Confermati i "super-ammortamenti": le aziende che investono in macchinari possono ammortizzare il 140% del loro valore. 
Un altro punto controverso è il capitolo sui contanti, per i quali si vuole portare il tetto da mille a tremila euro. Poi sono previste le assunzioni di mille ricercatori e l'introduzione di 500 cattedre speciali. Si vorrebbe mettere i
l canone Rai in bolletta e quindi far pagare a tutti. Infine sono previsti interventi per il Sud, per l'agricoltura è per arginare la povertà.
Fin qui l'elenco, ovviamente sommario, dei punti della nuova legge di stabilità che il premier Renzi ha presentato come quella dell'Italia con il segno più. E come ogni volta non mancano le critiche. A cominciare da quelle, spietate dei suoi compagni di partito. Fassino per esempio ha parlato di manovra berlusconiana, attenta agli interessi dei più forti. Anche la Cgil stronca la manovra dicendo che in pratica si tratta di una legge con quattro segni meno. Soddisfatta a metà la Cisl per l'abolizione delle tasse, "ma manca un piano del lavoro". A sparare contro pesantemente è il Movimento 5 Stelle che parla di una legge di stabilità con più annunci, più slogan e più balle. 

Per quanto ci riguarda, ci piacerebbe che nella manovra restasse l'abolizione delle tasse sulla prima casa perché come quasi tutti gli italiani la riteniamo una tassa ingiusta. Poi ci piacerebbe che saltasse l'introduzione del canone Rai perché non consideriamo giusta una tassa che ci obbliga a vedere questo o quel canale. Ci piacerebbe che venissero introdotte misure per le pensioni, per facilitare l'uscita dal mondo del lavoro, per chi ha già un certo tot di contributi, e favorire così l'ingresso di giovani. Ma quello che ci piacerebbe tanto vedere in questa legge di stabilità è un'azione seria ed efficace, non come quella abbozzata che è timida, sulla riduzione della spesa pubblica, sull'eliminazione dei tanti sprechi e dei tanti privilegi che ancora persistono nella pubblica amministrazione.

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