mercoledì 17 giugno 2015

Renzi è rimasto senza "vento"

Editoriale Radio Onda Libera del 16 giugno 2015

Il centrosinistra è in fase calante. Ora dopo i risultati della Sicilia il quadro dei ballottaggi per le amministrative è completo. Due esempi eclatanti: Venezia al centrodestra dopo oltre venti anni di sindaci di sinistra, per non parlare di Arezzo, città del ministro Maria Elena Boschi. Un risultato che finisce a vantaggio del centrodestra (più due Comuni - Fermo e Nuoro - che dal centrosinistra passano a due civiche) e che pesa come un macigno sui vertici del Partito democratico (il centrosinistra si consola con la riconquista di Trani e Mantova).
Non bastasse, nel pomeriggio arriva un'altra tegola: a Enna, unico capoluogo di provincia al voto in Sicilia, è stato eletto un sindaco espressione di liste civiche.
Numeri che vanno ad affiancarsi ai cinque ballottaggi del M5S che si sono trasformati in cinque vittorie: tra le realtà che i pentastellati si sono aggiudicati anche Augusta e Gela (feudo, quest'ultima, del governatore dem Rosario Crocetta).
Il premier Renzi è stato costretto ad ammettere con i suoi che si è trattato di "una sconfitta". Certo, che dopo l'exploit alle europee con quel quasi 41 per cento dei voti Renzi da allora a ogni appuntamento con le urne, dall'Emilia in poi, ha dovuto registrare un calo del suo partito e della coalizione.
E mentre nel centrosinistra si discute sulle cause di questa nuova frenata, nel centrodestra Berlusconi esulta con i suoi. Anche Salvini giustamente festeggia, come festeggia Grillo. Solo Alfano, nella sua incoerenza, è contento cercando di spiegare che a Roma sta con Renzi ma nei territori va con il centrodestra.
Al di là delle dichiarazioni e delle scaramucce, comunque, pare proprio che l'aria stia cambiando, che il vento in poppa che spingeva Renzi abbia smesso di soffiare. Insomma, il premier si ritrova ridimensionato perché Palazzo Chigi non è immune dai problemi che assillano la gente, anzi viene visto come il luogo dove questi si potrebbero risolvere o quanto meno affrontare.
Renzi ha a nostro avviso due strade davanti. La prima, dimostrare di essere in grado di governare, senza tentennamenti e mediazioni con questo o quel partito. La seconda, visto il trend negativo del Pd tra astensioni, spaccature e ora sconfitte, inutile fare lo scaricabarile sulla minoranza. Dentro il partito nessuno può dirsi vincitore, perché hanno perso tutti. Speriamo che Renzi questo lo capisca e trasferisca quest'assunzione di responsabilità sul governo per smetterla con gli slogan e gli annunci e passare ai fatti, ai provvedimenti che aiutino il paese a risalire la china.


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