lunedì 22 giugno 2015

La giunta è fatta, e ora si governi

Il punto del direttore del 21 giugno 2015

Giunta fatta, capo ha. Prendendo in prestito il detto di dannunziana memoria per celebrare l’impresa di Fiume, anche se la frase girava già nell'Inferno dantesco. Ora finalmente può partire la legislatura 2015-2020. L’Umbria ha bisogno di essere governata, gli umbri necessitano di risposte, di soluzioni, pur consapevoli che nessuno può fare miracoli e nessuno possiede la bacchetta magica. La presidente Catiuscia Marini ha presentato la sua squadra, ormai mini visto la riduzione a cinque degli assessori, composta da due esterni e tre eletti, una donna, un renziano, un socialista, un professore e un bocciano.
Ecco, nessun colpo di scena, tutto secondo i rumors dei giorni precedenti, ma è stato un lavoro intenso di tagli e cuci, contatti e abboccamenti, desiderata e rifiuti, limature e aggiustamenti. Alla fine il varo dell’esecutivo che come tutte le decisioni, in politica soprattutto, accontenta alcuni e scontenta altri, rispetta certi criteri e non ne valorizza certaltri. Per esempio nelle prime categorie rientrano territori come il Ternano, Foligno e Città di Castello, mentre nelle seconde possono essere annoverate Perugia e ancora Spoleto che si sentono penalizzate il giusto perché il Pd del capoluogo avrebbe voluto una scelta più partitica e la città del Festival sperava in una compensazione riparatrice per lavare l’umiliazione di nessuna candidatura. E ancora, è stato riconosciuto il peso del consenso e delle anime del partito e della coalizione. A cominciare dal super assessorato alla sanità assegnato a Barberini, esponente dell’area bocciana che ha stravinto le elezioni. Poi la giovane turca Cecchini, di fiducia della presidente, che si ritrova di nuovo l’agricoltura ma con un bel po’ di deleghe in più. E il renziano, l’unico, Paparelli, a cui va lo sviluppo economico e anche la vicepresidenza. Con questa mossa sono stati tacitati gli altri seguaci dell’ex sindaco di Firenze, soprattutto quelli della prima ora. Ma a Terni la nomina non è passata sotto traccia, anzi pare che i dissidi sono stati alquanto accesi. Anche l’esterno, il professor Bartolini, ha scatenato i maldipancia più feroci perché oltre a non essere eletto va a occupare anche la quota perugina. Per concludere un altro esterno alle infrastrutture, il socialista Chianella, indicato da Rometti che ha dovuto appendere i guantoni al chiodo anche se non ne aveva tanta voglia.
A proposito di eletti ed esterni, condividiamo la scelta dei tre assessori che non si dimetteranno da consiglieri per non gravare sulle casse pubbliche dal momento che se lo facessero subentrerebbero i primi tre non eletti, quindi altri tre stipendi da pagare. Bene e bravi Barberini, Cecchini e Paparelli, uno sforzo in più per garantire l’amministrazione e i lavori delle commissioni, pensando di aver dato un ulteriore contributo di buona politica. E a proposito di politica, la segreteria regionale del Pd deve prendere atto che l’auspicato e totale rinnovamento in giunta non c’è stato. Perché due su cinque provengono dalla precedente esperienza. Forse è il caso che quando la linea non si è sicuri di imporla si eviti di tracciarla. Si farebbe più bella figura. Comunque, di sicuro la squadra è frutto della piena autonomia della presidente che proprio in occasione della presentazione ha anche riconosciuto il fallimento dell’Alleanza per lo sviluppo, un modello di partecipazione ormai inadeguato e inefficace. Un gesto di autocritica e di umiltà di cui bisogna dargliene atto. Non siamo abituati a politici che ammettono di aver sbagliato e cercano di rimediare. Quindi tanto di cappello alla Marini che ha “rottamato” uno strumento che all’inizio della precedente legislatura fu sbandierato come il solo e giusto percorso di condivisione dell'analisi e delle proposte per il bene dell'Umbria.
Ora, appena si sistemano gli ulteriori tasselli, e cioè le nomine in consiglio regionale, la “macchina” si avvii immediatamente, senza perdere tempo, perché questa regione non aspetta altro che essere governata. E per favore, le discussioni e le polemiche che hanno accompagnato prima il voto e poi la formazione della giunta si fermino qui. C’è l’interesse generale a cui pensare da subito, gli interessi particolari vengono dopo, molto dopo.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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