martedì 16 giugno 2015

"Mafia capitale" non è finita

Editoriale Radio Onda Libera del 15 giugno 2015

La guardia di finanza sta eseguendo in queste ore un sequestro di beni ritenuti riconducibili a Salvatore Buzzi, il "ras" delle cooperative arrestato nell'inchiesta su "Mafia capitale". Il valore dei beni è di circa 16 milioni di euro. Un altro capitolo di questa inchiesta che ha fatto emergere con forza ed evidenza un sistema di corruzione a tutti i livelli. Le manette sono scattate in due tranche, ricordiamolo, a febbraio scorso e un paio di settimane fa.
Ma l'aspetto più sorprendente è che nel gennaio 2014, quasi un anno prima dell’esplosione dello scandalo, gli ispettori del Mef - Ministero dell’Economia e delle Finanze - avevano scritto parole chiare e allarmanti sugli appalti assegnati a Roma. 
Sempre in merito a "Mafia capitale", da segnalare le parole di Papa Francesco che ieri in piazza San Pietro ha detto testualmente: "La nostra città ha bisogno di una rinascita, deve rinascere moralmente e spiritualmente".
Comunque, il grado di corruzione emerso grazie a "Mafia capitale" è impressionante, si dovrebbe veramente fare un'opera di pulizia, un resettare il sistema e il comparto normativo. Ormai non è più una questione di appartenenza politica, è un'epidemia che attraversa partiti, pubbliche amministrazioni e imprese. Non ci sono schieramenti che si salvano o sono immuni dalla corruzione, purtroppo. E questo potrebbe essere un motivo in più per arrivare, chissà, allo scioglimento del consiglio comunale per mafia.
A questo punto oltre a reagire in fretta un altro deterrente è come al solito la certezza della pena. Se questi signori corruttori vengono riconosciuti colpevoli devono scontare la loro condanna in galera. Potrebbe essere un deterrente per arginare il fenomeno della corruzione.

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