giovedì 11 giugno 2015

Economia umbra fra ombre e spiragli

Editoriale Radio Onda Libera del 10 giugno 2015

In economia il 2014 è stato un annus horribilis, un altro che si è chiuso in modo più negativo del previsto con un calo del Pil in Umbria dello 0,4%, seppur in linea con il dato nazionale, anche se dal 2007 al 2012 il calo del Pil nella regione è stato del 10%, a fronte del -6% in Italia. Questo per dire che la crisi da noi ha morso parecchio e per tanto tempo. Ma dall'ultimo trimestre qualcosa si è mosso, una timida ripresa si percepisce e pare consolidata in questi primi mesi del 2015. E' questo il quadro che emerge dal rapporto annuale di Bankitalia sullo stato dell'economia umbra.

Ci sono insomma una serie di fattori, prima di tutto l'intervento della Bce, ma anche il calo del rapporto euro-dollaro, che favoriscono le esportazioni e il turismo, un settore nevralgico. sempre in crisi nera invece l'edilizia. In lieve ripresa i consumi delle famiglie. Sul fronte dell'occupazione un dato per tutti: nel periodo 2008-2014 in Umbria si è registrato un -5% di occupati, soprattutto nell’industria e nell’edilizia, mentre nei servizi il numero è rimasto pressoché uguale.
Anche l’occupazione, però, è tornata ad aumentare nel secondo semestre 2014: +0,6% (ma con un calo di 5.400 unità nell’intero anno), ancora aumentato nel primo trimestre 2015. Se dal secondo semestre si è tornati ad assumere, il discorso non riguarda i giovani (-2,6% di assunzioni nel 2014).
Il calo durante la crisi ha riguardato soprattutto i giovani: per gli under 35, -32% di occupati dal 2008 e -7,3% nel 2014. I Neet (chi non lavora, non studia e non cerca lavoro) hanno raggiunto il 23,1% in Umbria, il doppio rispetto ad inizio crisi (nel 2008 erano il 12,6%). Nel corso della crisi è aumentata anche la mobilità dei giovani. Ogni anno 18 giovani ogni mille escono dall’Umbria. Ad emigrare sono soprattutto i laureati (circa 12 ogni mille) e la destinazione è soprattutto verso l’estero. insomma per i giovani il futuro non è ancora roseo.
Tornando ai settori, in sintesi, per l'industria il 2014 è stato negativo, totalmente negativo, con qualche segnale positivo nei primi mesi di quest'anno. Ripresa più evidente per l'agroalimentare, la meccanica, il tessile e l'abbigliamento. Male la metallurgia, vista anche la crisi dell'Ast e le costruzioni.
Il dato positivo viene dal turismo con numeri che fanno ben sperare. E questo è un aspetto da non sottovalutare perché da sempre sosteniamo che questo settore insieme alla cultura sia la più grande risorsa che abbiamo e che è da poco intelligenti e poco lungimiranti non sfruttarli al massimo. Confidiamo nel prossimo governo di questa regione, nella nuova squadra che la presidente Marini si appresta a nominare. Che si sappia mettere tra i primi punti dell'azione amministrativa lo sfruttamento del turismo, delle bellezze di questa piccola grande regione.

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