lunedì 3 marzo 2014

I cittadini vogliono le preferenze

Editoriale Radio Onda Libera del 28 febbraio 2014

La politica ha vissuto una settimana intensa - il nuovo governo, la fiducia alla Camera e al Senato - che si conclude oggi con la nomina dei viceministri e sottosegretari. Martedi pomeriggio la legge elettorale torna in aula a Montecitorio e inizieranno subito le votazioni degli emendamenti. Occhi puntati su uno in particolare, quello di Lauricella (minoranza Pd), il quale chiede espressamente che la legge elettorale entri in vigore dopo l'approvazione della riforma del Senato. I deputati avranno a disposizione 20 ore prima della votazione finale.
Della legge elettorale ha parlato anche il presidente della Consulta, Gaetano Silvestri, nel corso della relazione sulla giurisprudenza del 2013, il quale ha chiarito che la Corte costituzionale non ha preferenze di modelli elettorali, ma si è limitata a dichiarare incostituzionale quelle parti del porcellum già oggetto di censura dalla Cassazione. Aggiungendo che ogni legge elettorale deve tener conto delle rappresentanze e rendere possibile la formazione di governi stabili.
Ora per completezza di informazione va detto che il consiglio dei ministri dovrebbe approvare il decreto legge sugli enti locali e con quello che è accaduto a Roma, lo scontro con il sindaco Marino, acquista una certa importanza.
Ma torniamo un attimo alla legge elettorale che nei programmi di Renzi si sarebbe dovuta approvare entro febbraio. Ma se sarà entro marzo, diciamo noi, va bene lo stesso. In merito però vogliamo dire qualcosa, e cioè che la nuova elegge elettorale all'esame del Parlamento e denominata Italicum, come se fosse un treno, dovrebbe avere quanto meno una caratteristica per somigliare il meno possibile al porcellum, e cioè l'introduzione delle preferenze. Basta con le liste bloccate, lunghe o corte che siano, che spediscono a Roma un esercito di nominati, scelti dai capoccioni dei partiti, e non di eletti. Insomma i cittadini vorrebbero sapere chi mandare a Roma e non farseli imporre al buio. Questo si chiama democrazia.

Nessun commento:

Posta un commento