mercoledì 5 marzo 2014

Tutti i rischi dell'Italicum a metà

Editoriale Radio Onda Libera del 5 marzo 2014

L’accordo sulla legge elettorale regge ancora anche se è dimezzato. Il passo avanti ieri c'è stato con il ritiro di una serie di emendamenti non compresi nell'intesa con tutte le forze politiche. Oggi, alle 10,30, si torna in aula per l'esame del testo e i più ottimisti prevedono l'approvazione entro la settimana. La riforma se approvata varrà soltanto per l'elezione della Camera dei deputati e non per il Senato.
Questo vuol dire che con l'Italicum, così come è stato battezzato il testo, in caso di elezioni e di non abolizione del Senato, i cittadini voterebbero per la Camera in un modo e per Palazzo Madama in un altro. Un pastrocchio più pastrocchio del mezzo Italicum.
Comunque se le cose andranno secondo la tabella di marcia imposta da Matteo Renzi, il Parlamento dovrà approvare la cancellazione del Senato e qui l'accordo con Forza Italia pare reggere ancora, almeno sulla carta, poi come al solito bisogna attendere i nostri parlamentari alla prova dei fatti. E a nostro modesto avviso qualche perplessità ce l'abbiamo, perché vi immaginate i senatori votare per suicidarsi, per farsi sfilare la poltrona da sotto il sedere? Boh, tutto può succedere, ma fino a quando non vedremo non crederemo. Un po' come san Tommaso. E questo perché la classe politica ha perso ogni affidabilità, ogni credibilità in materia di fare, di mantenere le promesse.
Ovviamente Renzi tende a minimizzare le polemiche, ricordando che con la riforma costituzionale andremo a votare solo per la Camera perché non voteremo più per il Senato. Sembra un giro di parole. Ma toccherà aspettare per vedere se la legge elettorale, pur dimezzata, sarà approvata; se sarà così vorrà dire che dopo venti anni si sta facendo sul serio per quanto riguarda le riforme istituzionali. E allora chapeu, tanto di cappello, a Renzi.

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