giovedì 20 marzo 2014

Che i tagli si facciano veramente

Editoriale Radio Onda Libera del 20 marzo 2014

Novecento milioni di tagli alla politica in tre anni. Il piano di riduzione della spesa pubblica presentato dal commissario Cottarelli passa anche da qui. Nel mirino della spending review sono finiti da un lato i partiti politici - con un nuovo taglio al finanziamento pubblico - ed enti locali; dall'altro gli organi costituzionali. Tra le pagine della proposta di Cottarelli si legge di una sforbiciata ai Comuni, Regioni e partiti dai 200 milioni di quest'anno ai 400 nel 2016, passando per i 300 milioni del 2015.
 Cottarelli boccia di fatto il decreto legge che ha rimodulato il finanziamento ai partiti ed è diventato norma dello Stato solo un mese fa, tra le proteste del Movimento5Stelle. Quel testo prevede un atterraggio morbido per i partiti, che di fatto hanno tre anni ancora prima di veder sparire l'afflusso di soldi pubblici nelle tesorerie delle sezioni. Come compensazione riceveranno, questa volta su base volontaria dei cittadini, la quota del 2 per mille del reddito Irpef da parte dei contribuenti che la vorranno devolvere. Insomma è stata una finta quella riduzione.
Quanto agli Enti locali, i risparmi possono arrivare dall'unione dei Comuni sotto i 5mila abitanti e dalla riduzione sia dei loro consiglieri che degli assegni che percepiscono; discorso simile per le Regioni, per le quali si chiede una "ulteriore riduzione" dei consiglieri e dei loro vitalizi.
Per quanto riguarda la spesa degli organi costituzionali, Cottarelli vuole portarla a 1,9 miliardi entro il 2016, di fatto tagliandola del 25% nel triennio dai 2,4 miliardi attuali: "Dal 2009 - si legge nel documento - non c'è stata alcuna riduzione della spesa contro un calo del 10% delle amministrazioni centrali".  Ovviamente si dà per scontata la trasformazione del Senato.
Tra le altre misure proposte, suggestiva anche quella che prevede la riduzione dei costi della riscossione fiscale, che a regime può garantire 400 milioni alle casse dello Stato. Oggi famiglie e imprese versano le tasse in banca, e questa trasferisce i soldi a Bankitalia dietro il pagamento di una provvigione. Basta eliminare la provvigione per recuperare qualche centinaio di milioni di euro.
Alla fine dei giochi il commissario ha indicato in 7, 18,1 e 33,9 miliardi i risparmi ottenibili dalla revisione della spesa rispettivamente per il 2014 (se i tagli fossero partiti da inizio anno, quindi il dato effettivo sarà inferiore), 2015 e 2016. Ma non tutti i soldi potranno essere a disposizione perché una parte già impegnata nella legge di stabilità.
Ecco fin qui la notizia. Un solo brevissimo commento. Anzi un auspicio. Che questi tagli si facciano veramente e non si sbandierino soltanto. La politica ha bisogno di credibilità, non è più tempo di slogan.


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