Editoriale Radio Onda Libera del 6 marzo 2014
L'Unione europea boccia di nuovo
l'Italia. Ormai ci siamo abituati. E i numeri sono brutti, spietati, impietosi.
Renzi ne è consapevole, fin troppo. E annuncia che proprio per questo bisogna
cambiare verso. Quasi in contemporanea, mentre in mattinata da Siracusa
il premier annunciava la presentazione (mercoledì prossimo) di Jobs Act, piano
casa e edilizia scolastica, la Commissione europea da Bruxelles assestava
l’ennesimo duro colpo alle nostra autostima.
E così le annuali valutazioni
sui progressi compiuti dall’Italia nel far fronte agli squilibri macroeconomici
sono infatti ancora peggiori di quanto ci si aspettasse. Tradotto: bocciatura
dei conti e quindi bocciatura degli ultimi governi Monti e Letta. Sul
banco degli imputati c’è l’elevato debito pubblico. Per uscirne le strade non
sono tante, una forte azione politica che porti alle riforme. Ed è
proprio su questo punto, la necessità di cambiare rapidamente come impone
Bruxelles, che Renzi gioca la sua vera partita in Italia.
La bocciatura
della Commissione europea arriva in soccorso del premier che avrà a disposizione
la giustificazione della fretta e anche dei contenuti forti per far digerire le
riforme anche agli alleati più reticenti. Quindi la parola d'ordine è
accelerare, stringere i tempi e preparare un primo pacchetto di riforme, prima
di tutto quelle economiche e sul lavoro.
L'altro versante di cui si
parla poco è quello dell'enorme debito pubblico che cresce di giorno in giorno.
Ridurlo è un dovere morale di questa classe politica, di questo governo. Che
tra i suoi punti ha quello di diminuire la spesa pubblica, in particolare gli
sprechi, che sono tanti, della casta.
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