Editoriale Radio Onda Libera del 4 marzo 2014
Parliamo di gioco d'azzardo, perché la notizia è
di quelle che fanno riflettere. E cioè aumenta il numero di anziani ludopatici,
sono sempre di più gli over 65 che dilapidano la pensione nella speranza di fare
fortuna. Il gioco interessa e coinvolge tutte le fasce d'età, a
disposizione di ogni cittadino italiano ci sono più slot machine che posti letto
in ospedale. Un dato allarmante che negli ultimi anni ha contribuito
all'impennata del numero di persone cadute nel vortice del gioco d'azzardo.
L'indagine "Anziani e azzardo" di Auser, gruppo Abele, Coop Piemonte e Libera
rivela come le più colpite dal fenomeno siano le classi sociali più deboli, tra
cui spiccano gli over 65 che con soldi sicuri e tempo a disposizione sempre più
spesso cedono alla giocata. Su mille anziani intervistati, il 70,7% ha
ammesso di aver giocato almeno una volta nell'ultimo anno. Nel 16,4% dei casi i
questionari hanno rilevato una situazione "problematica" in cui l'assuefazione
all'azzardo è di gravità medio-alta. Non tutti i giocatori sono patologici: il
56,4% scommette senza ripercussioni economiche o sociali.
Secondo
l'indagine la maggior parte gioca per vincere denaro, per divertimento e per
incontrare persone. Quest'ultimo dato rispecchia la "logistica del gioco". I
luoghi in cui si scommette maggiormente sono le ricevitorie e i bar. Con
un fatturato di 90 miliardi di euro, il gioco d'azzardo è uno dei pochi settori
che non ha risentito della crisi economica, anzi si nutre del disagio e delle
speranze di precari e anziani. In Italia sono quasi due milioni i
giocatori sociali, ossia quelli a basso rischio dipendenza, mentre sono più di
800mila le persone che si avviano verso la patologia.
Secondo lo studio,
il 30% degli anziani gioca a Lotto e Superenalotto, il 26,6% al Gratta e vinci e
alle lotterie istantanee. Questi dati non solo gravano sulla qualità di vita
delle persone che spesso dilapidano pensioni già esigue, ma hanno un costo anche
per lo Stato. Si stima che ogni anno le casse statali sborsino circa 6 miliardi
di euro in spese sanitarie e giudiziarie, per non parlare dell'aumento dei
crimini legati all'usura.
Sebbene il gioco d'azzardo rappresenti un
problema, per ora le istituzioni restano sorde alle richieste delle
associazioni. Il mercato fiorisce di giochi a bassa soglia di accesso, camuffati
da intrattenimento ludico per tutte le età che superano le resistenze del
consumatore. "Tutte le forze democratiche - afferma Auser nazionale - devono
domandarsi quale modello culturale e di sviluppo ne può derivare. Se è
eticamente accettabile che lo Stato favorisca la società concessionarie anche
mediante una politica fiscale in virtù della quale alcuni giochi sono tassati
meno dell'1%".
Molte le proposte per combattere il fenomeno: limiti
all'apertura di nuove sale da gioco nei pressi di luoghi sensibili (scuole,
uffici postali ecc), regole sulla pubblicità, finanziamenti per i servizi di
prevenzione e cura della dipendenza da gioco.
Nessun commento:
Posta un commento