Editoriale Radio Onda Libera del 12 marzo 2014
L'unione fa la forza. Soprattutto in questi tempi di crisi. Per questo cinque comuni dell'Orvietano hanno deciso di fondersi in un unico organismo. E domenica 13 aprile è stata fissata la data del referendum in cui i cittadini dei cinque territori sceglieranno se dare o no il via libera alla fusione. Alle urne sono chiamati gli elettori dei Comuni di Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto e Parrano, che insieme formerebbero un unico territorio di ottomila abitanti e vasto 220 chilometri quadrati. Le operazioni di voto avranno inizio alle 7 e termineranno alle 22 dello stesso giorno, mentre subito dopo inizierà lo spoglio.Il via libera alla consultazione è stato dato dal consiglio regionale: 17 i sì (Pd, Forza Italia, Psi, Lega nord) e 7 i no (Fratelli d’Italia, Nuovo centro destra, Italia dei valori e Rifondazione comunista). In quella sede il consiglio ha anche approvato, all’unanimità, l’ordine del giorno (proposto da Stufara, Prc-Fds) che impegna la Regione "a procedere all’eventuale fusione solo di quei Comuni le cui popolazioni si siano dichiarate favorevoli e i cui territori risultino contigui".
Ora qualche giudizio su questo piano di fusione. Allora sicuramente positivo perché la fusione di cinque comuni in uno vorrà dire migliori servizi grazie a più fondi in arrivo. Poi oggi come oggi non ha senso mantenere in piedi enti locali minuscoli per gestire paesi di poche anime, è anche un modo per abbattere la spesa pubblica e quindi tanto vale ragionare in termini di sinergie tra diversi comuni di piccola entità per acquistare più forza contrattuale rispetto ai diversi interlocutori.
A proposito di chi critica tale scelta, sostenendo che così facendo si rinuncia alla propria identità, la risposta potrebbe essere che è vero il contrario e cioè che le storie di ogni comunità non si annullano ma in un mondo globalizzato proprio rafforzandole queste storie l'identità di un territorio può sopravvivere e anche arricchirsi.
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