mercoledì 26 aprile 2017

Non prendiamo in giro

Il punto del direttore del 25 aprile 2017

Possiamo perdere il Giro per scarsa lungimiranza o per scelta politica ma per favore non prendiamo in giro gli umbri. L'assessore al turismo si è piccato un bel po' per le critiche in merito a una mancata risposta efficace per arginare la crisi del turismo e nella foga di rispondere ha confuso le mele con le pere, dimenticando perfino di farsi consegnare dagli uffici l'elenco dei dati, cioè degli arrivi e delle presenze in Umbria da novembre in poi. Forse sarà andato a mente ma la memoria a volte inganna, sempre che il tutto sia guidato da buona fede e onestà intellettuale.
Allora glieli rammentiamo noi i dati che il 7 marzo la stessa Regione aveva fornito: dal 31 ottobre al 31 dicembre 2016 il settore del turismo ha registrato nella nostra regione un meno 39,3 per cento in arrivi e un meno 28,6 in presenze. Nei primi due mesi dell'anno, periodi poco vivi turisticamente parlando, abbiamo un -26 (25,99 per la precisione) di arrivi e -9,05 di presenze. Questi sono dati complessivi e ovviamente la perdita non è omogenea, varia da comprensorio a comprensorio, e inoltre a snobbare di più l'Umbria nello scorcio dell'anno appena passato sono stati gli italiani rispetto agli stranieri (addirittura -44 i primi, -32 i secondi).  A proposito dei numeri, per correttezza va fatto notare che alcuni dati sono falsati perché considerano turisti perfino gli sfollati e i migranti ospitati nelle strutture sparse per la regione, ergo il quadro sarebbe ancora più nero. E ancora a proposito di cifre, da registrare i toni allarmistici del suo compagno di partito, il giovane consigliere comunale perugino Tommaso Bori, che in una nota recente ha parlato di crisi epocale del settore, aggiungendo che "nel mese di marzo si è registrato un calo del 67% delle presenze, mentre per aprile nonostante il bel tempo e il ponte di Pasqua vi è stata una riduzione del 60% rispetto allo scorso anno". Se però la politica dell'assessore è minimizzare (o rimuovere), la preoccupazione delle associazioni interessate è di guardare in faccia la realtà perché la situazione è veramente drammatica. Peccato che l'assessore al ramo non se ne renda conto. Anzi, continua a negare l'evidenza dei fatti. Come quando sostiene che non è arrivata alcuna richiesta di finanziamento della tappa del Giro d'Italia. Ma dai, conosciamo i sindaci di Foligno e Montefalco e non sono degli sprovveduti, hanno addirittura parlato del Giro con l'assessore durante un convegno il 20 marzo scorso. O come quando sostiene che la frase "mal formulata" del testimonial Marco Bocci (che parla di vittime del terremoto in Valnerina) è stata tagliata prima della messa in onda. Non è così, è stata tagliata dopo, dopo che l'ha sentita qualche centinaio di migliaia di utenti e dopo che è impazzato per la rete più di un twitt. Giusta la precisazione che i tre testimonial (insieme a Bocci, Nicoletta Spagnoli e Brunello Cucinelli) si sono prestati nello spot a titolo gratuito ma l'agenzia di comunicazione che l'ha commissionato lavora gratis et amor dei?
Insomma l'assessore Paparelli non può raccontare che Cristo è morto di freddo e visto che ricopre un ruolo pubblico non si può piccare come un bambino se qualcuno lo critica o ritiene che l'edizione Umbria Jazz Spring sia stato un autogol non per la musica ma per l'investimento fatto che non ha prodotto il risultato sperato (80 mila o 100 mila della Regione, se permette caro assessore non sono bruscolini). Forse a Paparelli piace essere circondato da chi gli dice che va tutto bene, madama la marchesa, che il turismo perde ma non troppo, che gli alberghi sono pieni un po' e un po' vuoti, e via di questo passo. Comunque più di tutte gli si addice la parte dello smemorato di Collegno ma deve sapere che non uguaglierà mai il grande Totò. A prescindere, come direbbe il principe De Curtis, il turismo in Umbria piange e parecchio. Se non ci crede basta ascoltare gli operatori del settore che si augurano con questi ponti di aver passato la nuttata.
Ora speriamo che i due milioni spesi per la campagna che partirà il 2 maggio (non sarà un pochetto tardi?) convincano la gente a tornare in Umbria. Certo, due milioni sono una bella cifra ma prima di esprimerci aspettiamo di vedere di che cosa si tratta.
anna.mossuto@ gruppocorriere.it

www.annamossuto.it

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