giovedì 13 aprile 2017

Umbria sempre peggio

Editoriale Radio Onda Libera del 12 aprile 2017

Tutte le regioni hanno sofferto e stanno soffrendo. Ma l'Umbria ancora di più, e non lo dicono gli osservatori, i sindacati o gli analisti. Lo dicono i numeri e di solito i numeri non mentono. Partiamo da un dato: dal 2007 il Pil (prodotto interno lordo) pro capite è sceso del 18,3 per cento. Ed è ora ecco un altro dato ancora più impietoso. Sono stati persi oltre 5.400 posti di lavoro solo l'anno scorso. E' un risultato pesante quello emerso dall’ultimo dossier sul Pil pro capite degli italiani elaborato dal Centro studi impresa e lavoro, che ha analizzato il periodo 2007-2015 (anno in cui sono disponibili i dati più recenti), rilevando a livello nazionale una flessione del 10,8 per cento, ossia in media gli italiani sono passati da redditi di 28.699 a 25.586 euro.
in Umbria la contrazione è molto più rilevante, infatti la nostra regione si colloca sul secondo gradino del podio riservato alle regioni che più hanno perso negli ultimi otto anni. Nell’analisi si spiega che "nessuna regione italiana è riuscita ancora a tornare ai livelli precedenti la crisi economica, ma in alcuni casi il calo del Pil pro capite medio dei suoi cittadini è stato più sensibile".
Tra questi appunto l’Umbria che fa registrare -18,3 per cento, cioè si è passati da 27.429 a 22.396 euro. Peggio fa solo il Molise che con una flessione del 19,3 per cento indossa la maglia nera.
Sul podio anche il Lazio col -17,7 per cento, quarta la Campania -16 per cento. Molte le regioni che fanno registrare dati peggiori alla media nazionale, tra queste anche il Friuli (-11,4 per cento) e il Piemonte (-12,3 per cento). Soffrono decisamente meno il Trentino Alto Adige (-3,2 per cento), la Basilicata (-4,5 per cento), l’Abruzzo (-6,2 per cento) e la Lombardia (-7,9 per cento).
La perdita di posti di lavoro è ovviamente la causa della contrazione del Pil, e questo è veramente il tema principale, la vera emergenza del nostro Paese.
Se non si farà qualcosa di serio per incrementare l'occupazione l'Italia non andrà da nessuna parte, questo ce lo dobbiamo dire e con franchezza perché la situazione economica con questi numeri è allarmante.
Di sicuro a capirlo e a sentire gli effetti della crisi sono le persone comuni, perché la classe politica, a cui spetta fare qualcosa di concreto, non se ne rende conto. Purtroppo.

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