venerdì 7 aprile 2017

Un altro schiaffone a Renzi

Editoriale Radio Onda Libera del 6 aprile 2017

Mente tutto sembrava scorrere tranquillamente, tra campagna elettorale per le primarie del Pd e i primi movimenti degli altri partiti pensando alle elezioni politiche dell'anno prossimo, ecco che la situazione politica si ingarbuglia e le tensioni del Pd si scaricano sul governo.Ma cosa è successo in concreto? Alla presidenza della commissione Affari istituzionali del Senato, quella che si occuperà della legge elettorale, è stato un eletto un esponente di Ap, il partito di Alfano ,e non il candidato designato del partito. In pratica, grazie al voto segreto è andato in scena il solito siparietto di coltellate e tradimento.
Ovviamente il clima è diventato subito pesante. E nel pomeriggio c'è stato un incontro a palazzo Chigi con Gentiloni a cui è stata espressa preoccupazione per la situazione di crisi, di instabilità politica. Renzi lo danno infuriato e intenzionato a forzare la mano per tornare presto alle urne. Per la verità la nomina a sorpresa del presidente di Alfano è un modo della minoranza e di un pezzo del Pd di non andare al voto. E questo ha fatto arrabbiare ancora di più Renzi che ha toccato con mano il tranello, che non è stato solo due suoi. Dunque la beffa è che un presidente, comunque espressione di un partito di maggioranza, è eletto da tutti tranne il Pd, che ormai è percepito, con qualche ragione, come il PdR, il partito di Renzi.
Ovviamente non sono mancate le reazioni di tutti contro tutti. I bersaniani accusati di aver votato con Berlusconi, Alfano che chiede un passo indietro al suo presidente per non mettere in crisi la maggioranza, ma il suo uomo non ci sente. E via di questo passo.
Di sicuro c'è un Renzi fuori di testa per quanto accaduto, che non può innescare una crisi di governo perché la maggioranza sostiene ancora Gentiloni e non si può giustificare con l'elezione comunque di un alleato alla presidenza di una commissione.
Risultato? Minacce di crisi e di voto anticipato, ma soltanto minacce, pistole scariche. Il significato di tutto è che a Renzi è stato rifilato un altro schiaffone, di quelli che lasciano l'impronta sulla guancia, dopo quello del 4 dicembre che fu sonoro e profondo e lo costrinse ad andare via da Palazzo Chigi. Ecco, questa la situazione, ecco che Renzi si ritrova indebolito rispetto a pochi mesi fa.

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