mercoledì 4 febbraio 2015

L'arbitro vuole giocatori corretti

Editoriale Radio Onda Libera del 4 febbraio 2015

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso asciutto, efficace, interrotto moltissime volte - una quarantina - dagli applausi dell'aula, durato mezz'ora, non di più. In sintesi ha spiegato che tipo di presidente vuole essere, si è definito un arbitro imparziale a patto che i giocatori, e il riferimento è ai i partiti e alla classe politica, lo aiutino e siano corretti. Ecco, così pensa di svolgere il suo ruolo di inquilino del Colle. E ciò è stato apprezzato dai parlamentari, compreso chi non l'ha votato come Grillo e Berlusconi. Ma entriamo nel resto del discorso.

Ha sottolineato l'urgenza delle riforme istituzionali ed economiche che è imposta dal dovere di dare risposte alla comunità. Ma i due punti cruciali del suo discorso, che ha riscosso quasi un applauso al minuto se facciamo i conti, sono stati la mafia e la corruzione. Quest'ultima, ha detto, ha raggiunto livelli inaccettabili, divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti e i capaci. Parole forti e di buon senso. Giustificato l'applauso fragoroso. Peccato che i primi a fare qualcosa contro la corruzione dovrebbero essere proprio i politici.
Poi la criminalità organizzata. Mattarella ha parlato di un'allarmante diffusione delle mafie, antiche e nuove, definendole un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti.
Infine ha toccato tutte le altre sfide che la politica è chiamata ad affrontare, dal diritto allo studio in una scuola moderna al diritto al lavoro, dalla promozione della cultura alla tutela del patrimonio artistico, dal lavorare per la pace alla difesa delle donne alla rimozione di ogni barbarie che limiti i diritti dei disabili.
In conclusione un discorso profondo, giusto nei tempi e nelle misure, non noioso, forse abbastanza scontato nei contenuti, ma sicuramente efficace e gradito nello stile e nei temi. Speriamo che le cose dette siano di auspicio per un cambiamento nella vita politica. Certo un accenno, un impegno a ridurre i costi del Quirinale, poteva anche farlo. Comunque c'è tempo, sette anni, ma se il buongiorno si vede dal mattino...

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