mercoledì 8 febbraio 2012

Legge elettorale, prove Pd-Pdl

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 febbraio 2012

Legge elettorale, Pd e Pdl si sono incontrati per studiare un nuovo sistema. E' un passo avanti, un fatto inedito di questo momento storico. Non solo che i due più grandi partiti si parlino e parlino di cose politiche, ma anche che mettano mano alla legge elettorale.
Dopo essere stati sostituiti nell'amministrazione del paese dal governo dei tecnici, sono stati invitati in un certo senso a cambiare la legge elettorale, un tentativo questo per riacquistare un minimo di credibilità, oggi come oggi ai minimi storici.
I punti fermi del Pd e Pdl sono questi: conservare l'impianto bipolare ed evitare la frantumazione parlamentare.  Su come arrivarci anche non e' chiaro. Due o tre cose le vogliamo dire in merito. Innanzi tutto va ridata ai cittadini la possibilità di scegliere i rappresentanti, quindi ritorno alle preferenze. Basta quindi con i nominati, con i parlamentari imposti dall'alto e al chiuso delle segreterie dei partiti.
Secondo o anche primo. Insieme alla legge elettorale va assolutamente ridotto il numero dei parlamentari, non è possibile che a legiferare siano mille tra deputati e senatori. Sulla qualità del loro lavoro, sulla produttività andrebbe aperto un altro capitolo. Come terzo punto alzare la soglia di sbarramento. Non è possibile che chi si alza la mattina si fa un partito, si presenta alle elezioni, usufruisce dei rimborsi pubblici, siede in parlamento con una manciata di parlamentari e poi condiziona l'attività politica. Quarto. Eliminare il premio di maggioranza che letteralmente regala a chi vince un bel numero di parlamentari.
Insomma le cose da rivedere sono parecchie e tutte finalizzate a raddrizzare un sistema elettorale definito da tutti una porcata ma che finora ha fatto comodo a tutti, a destra come a sinistra. Oggi il paesaggio politico è diverso, i partiti hanno capito che o cambiano  o muoiono.  Hanno capito che si sono giocati la fiducia della gente, che hanno pensato sopratutto ai loro interessi e privilegi, e per nulla a quelli dei cittadini. E per questo sono stati sostituiti dai professori. Un punto di svolta, o ci sarà l'inversione di tendenza o il crollo della fiducia sarà inarrestabile.

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