mercoledì 15 febbraio 2012

Le primarie indigeste al Pd

Editoriale Radio Onda Libera del 14 febbraio 2012

Le primarie si sono tenute a Genova per il candidato a sindaco alle prossime amministrative. Come è noto la consultazione l'ha vinta il candidato ddi Sel, il partito di Vendola, Marco Doria, che ha battuto i due nomi del Pd, tra cui il primo cittadino uscente. Dentro il partito di Bersani ovviamente si è scatenata la bagarre.
Ed era anche prevedibile. Bersani invita a non drammatizzare, ad appoggiare il candidato vendoliano. Ma dentro il partito sarebbe cosa saggia aprire una discussione perchè le cose non funzionano, non girano per il verso giusto. Ed è inutile, anzi perfino dannoso, far finta di niente e nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, invece di lavorare per ricompattare il partito. Anche perché Genova viene dopo Rieti e forse non finisce qui.
Premettendo di non tifare per nessuno, anzi di essere completamente indifferenti ai nomi dei vinti e dei vincitori, lo strumento delle primarie in sè impone qualche considerazione di carattere generale.
Innanzitutto le primarie dovrebbero essere uno strumento serio di selezione della classe dirigente e non un mezzo di regolamento di conti. Poi a nostro avviso dovrebbero essere regolate per legge e valere per tutti i partiti, per tutte le coalizioni. Come avviene negli Stati Uniti. Inoltre le primarie hanno una logica, hanno un senso se alla fine, a urne chiuse, si accettano i verdetti e non si tenta di buttare il tavolo all'aria.
Ma forse il messaggio più significativo che arriva da Genova è la voglia di cambiamento della gente, che non segue a occhi chiusi le indicazioni dei partiti, anzi quasi impone dal basso il proprio volere. E poi pare proprio che i partiti abbiano fatto il loro tempo, i cittadini si affidano a chi dà più garanzie, a chi riscuote più fiducia, a prescindere dall'appartenenza, a prescindere dalle ideologie. Forse stiamo proprio in un momento in cui i vecchi e la vecchia politica stanno morendo.

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