mercoledì 8 febbraio 2012

Ancora battute "infelici"

Editoriale Radio Onda Libera del 7 febbraio 2012

Il posto fisso torna a far discutere. Dopo la battuta di Monti, presidente del consiglio, davanti alle telecamere secondo cui il posto fisso è monotono, ecco due ministre del suo governo a rafforzare il medesimo concetto. La titolare degli interni, la cancellieri, se ne è uscita con la battuta: "Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà".
La frase ha innescato nuove polemiche su un tema caldo come quello del lavoro. Il ministro ha insistito sul fatto che in Italia, al contrario degli altri paesi, viviamo nella cultura del posto fisso senza accorgersi che il mondo sta cambiando.
Sullo stesso argomento interviene anche il ministro del lavoro Fornero. 'Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni''. Quindi detto in parole povere il posto fisso è un'illusione.
Bene, il tema fa discutere e divide. Del resto quando si parla di lavoro non può essere diversamente. Ma sulla contrapposizione lavoro fisso e lavoro flessibile va detto qualcosa. Innanzitutto che a rendersi conto che il mercato è cambiato lo sappiamo tutti, che cercare un'occupazione è un'impresa, che cercarla con le garanzie è a volte un miracolo. Altrettanto vero che certi mestieri non si vogliono fare e che stanno diventando appannaggio solo degli stranieri. Ma demonizzare il posto fisso è sbagliato, anzi irrispettoso verso tutte quelle famiglie che desiderano vedere i figli sistemati, verso tutti quei giovani che vorrebbero avere un lavoro decente per realizzare un progetto di vita, verso tutti quelli che il lavoro lo hanno perso e vorrebbero tornare ad avere qualche certezza. Insomma la flessibilità va bene, le sfide vanno accettate, la precarietà va sopportata ma la speranza di avere un domani un posto fisso non è un peccato. E poi diciamo la verità certe battute come queste o come quella di giovani sfigati o bamboccioni non aiutano, anzi accentuano il divario tra adulti e giovani.

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