giovedì 2 febbraio 2012

Il posto fisso è monotono

Editoriale Radio Onda Libera del 2 febbraio 2012

Il posto fisso non può essere a vita. Lo ha detto il presidente del consiglio Monti davanti alle telecamere di canale 5 aggiungendo che i giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per sempre. E poi, dice sempre Monti, che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide.
Sono frasi a effetto, che richiamano uno spot. Ma sono frasi che fanno pensare, che fanno riflettere. Su come è cambiato il mondo del lavoro, sulle riforme in merito che questo governo si accinge a fare, sulle difficoltà o meglio sulla discriminazione tra chi già ha un lavoro e chi giovane fa fatica a entrare o entra in condizioni precarie.

Sulla flessibilità del lavoro possiamo essere d'accordo, e come dice monti è bello cambiare. Poi stanno cambiando proprio i tipi di lavoro, quindi a maggior ragione la vivacità dell'occupazione è in un certo senso garantita. Ma il problema forse è un altro e più drammatico. Non quello di cambiare lavoro, è quello di trovarne uno straccio di uno.
I giovani sono sicuramente più avvezzi alle novità, quindi secondo noi non hanno problema di passare da un posto a un altro, ma hanno difficoltà a trovare un qualunque posto oggi come oggi. Nè fisso nè mobile. Poi con il tasso di disoccupazione quasi al 9 per cento, il problema è molto più serio di quanto appaia. Non solo per i giovani ma anche per tutti quei lavoratori, uomini e donne, che si ritrovano dalla sera alla mattina senza più occupazione perché le fabbriche chiudono le saracinesche come funghi.
Insomma siamo tutti d'accordo che il posto fisso è monotono, ma un posto qualsiasi permette di vivere e i giovani non chiedono altro. E di questi tempi non è poco.

1 commento:

  1. Il problema, cara Anna, è che è arrivato il momento di cambiare approccio al lavoro, così come sarà necessario cambiare per forza di cose approccio ai consumi: se sul primo aspetto il governo Monti sembra indirizzato a garantire una sorta di garanzia sociale nella fase di passaggio da un lavoro all'altro, istituendo un sistema di longlife learning, dall'altro si spera che queste misure che contribuiscono a creare un quadro di instabilità comune a tutte le fasi di cambiamento, non finiscano per ripercuotersi sulle vere possibilità di sviluppo e rilancio del sistema Paese. Così come è indispesabile che nell'ambito di questi cambiamenti vengano anche riviste le possibilità di accesso al credito riservate ai giovani, sinora proibitive per chi non può fornire garanzie di una retribuzione mensile costante. Se è necessario rivedere il mercato del lavoro, così come impone la Ue, è altrettanto necessario mettere a punto un sistema che garantisca le possibilità di una vita dignitosa per tutti quei giovani che sono attualmente esclusi dal mondo del lavoro o che ne sono relegati ai margini.

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