mercoledì 28 settembre 2011

L'Italia a due velocità

Editoriale Radio Onda Libera del 28 settembre 2011

Come cambia la società. Periodicamente vengono scattate delle fotografie, vengono diffusi studi da istituti specializzati che ci illustrano i mutamenti, le evoluzioni dei tempi che viviamo. L'ultima fotografia arriva dal rapporto Svimez (associazione per lo sviluppo del mezzogiorno). Il quale ci dice che il Sud si allontana dall'Italia per l'aumento dell'emigrazione, del tasso di disoccupazione reale è del 25 per cento.

Un quadro drammatico perché fa il ritratto di una fetta d'Italia che non può non riguardare anche il resto del Paese.  Il fenomeno, rileva il rapporto, provocherà un'inversione nella composizione della società, con il Centro-Nord che diventa più "giovane" del Mezzogiorno. La scarsa natalità, l'assenza di lavoro che causa bassa attrazione di stranieri e massiccia emigrazione verso il centro-nord e l'estero, rischiano insomma di trasformare il Sud da qui ai prossimi 40 anni in un'area spopolata, sempre più anziana e dipendente dal resto del Paese.
Lo studio conferma che l'economia in italia viaggia a due velocità, la crisi rallenta la crescita meno al centro nord che al sud. In termini di pil (prodotto i terno lordo) pro capite ecco la novità per quanto ci riguarda: l'Umbria è la regione più "debole" del centro nord con  quasi 24mila euro (per la precisione 23.774).
Un campanello d'allarme, il rischio è che se non si fa qualcosa di serio i parametri di questa terra la fanno sprofondare verso il mezzogiorno anziché restare agganciata al centro nord. Il distacco con l'Abruzzo che è la regione più ricca del sud è di appena 2.200 euro sempre in termini di pil.  
E' ovvio che il ragionamento e' più esteso, più profondo perché riguarda la crisi dell'intero paese, e che le soluzioni vanno inquadrate nella sua unitarieta senza le provocazioni della lega che a volte sparla invocando secessioni. l'Italia a nostro avviso può rialzare la testa solo se, tenendo conto delle diversità territoriali, studia un piano di emergenza che non lascia a piedi nessun pezzo della penisola. Altrimenti sarebbe un'autentica cavolata, un errore imperdonabile. 

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