lunedì 5 settembre 2011

Spunta un'altra tassa

Editoriale Radio Onda Libera del 5 settembre 2011

Tra le tante tasse che tartassano i cittadini ne sta spuntando un’altra anche dalle nostre parti. Si tratta della tassa di soggiorno. L’ha annunciata il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali che è anche presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni, per i turisti che decidono di venire a visitare i nostri borghi. All’annuncio c’è stata una immediata reazione di contrarietà. I primi a sferrare l’attacco sono le associazioni di categoria che rimproverano alle istituzioni umbre di rimangiarsi le assicurazioni in senso contrario sulla tassa di soggiorno. E poi criticano anche una questione di metodo dal momento che non c’è stato nessun incontro con i rappresentanti delle categorie maggiormente interessate.

Sul tavolo c’è anche la minaccia dello stato di agitazione delle imprese ricettive. Il ragionamento di chi si oppone alla tassa di soggiorno è questo: è insensato paragonare l'attrattività delle città umbre, anche di Perugia capoluogo, con poli turistici come Roma, Firenze o Venezia, dove l'introduzione della tassa non avrà presumibilmente conseguenze rilevanti sul movimento turistico e dove l'incidenza percentuale della tassa sul costo delle camere è
certamente minore.
Le nostre città invece, se decidessero l'applicazione di questo balzello, risulteranno realisticamente assai meno competitive rispetto ad analoghe realtà che abbiano fatto scelte diverse. Con l'ulteriore rischio, se alcuni Comuni dovessero adottare questa misura, di proporre ai turisti un’Umbria a macchia di leopardo sul fronte dei prezzi.
Dall’altra parte i comuni stanno pensando a questo nuovo balzello per recuperare maggiori entrate dopo gli ultimi tagli da Roma. E’ questa la sola spiegazione che sta dietro alla nuova imposizione fiscale.
Di fronte a queste due tesi, noi propendiamo per la prima perché di questo passo i comuni si troverebbero nella condizione di tassare anche l’aria che respiriamo. Insomma chi amministra le nostre città farebbe bene a guardare altrove anziché sempre nelle tasche dei cittadini. Questa tassa è un provvedimento iniquo ma anche controproducente perche darebbe una mazzata al turismo che è una nostra risorsa già penalizzata da una non attenta comunicazione. E una mazzata al settore ricettivo che si troverebbe discriminato da una richiesta di gettito indiscriminato.
E poi diciamolo chiaramente prima di inventarsi un’altra tassa sarebbe più giusto che si effettuassero i tagli della spesa pubblica sia a livello centrale che periferico, si intervenisse sugli sprechi e i privilegi della casta politica.

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