venerdì 25 novembre 2011

Il Senato dice stop ai vitalizi

Editoriale Radio Onda Libera del 25 novembre 2011

Ancora costi della politica. Perché dal Senato è arrivato lo stop ai nuovi vitalizi, cioè ai parlamentari che siederanno alla camera e al senato dalla prossima legislatura.
Il segnale è buono, apprezzabile anche se la gente non capisce perché non si è fatto di più, perché cioè non si sono tagliati anche i privilegi dei parlamentari in carica.

Giuridicamente non è possibile intaccare le posizioni degli attuali onorevoli e senatori perché non si possono toccare i diritti acquisiti.
 La decisione trova un precedente in quanto deciso dalla Camera il 21 luglio scorso. All’epoca, l’ufficio di presidenza di Montecitorio propose la sostituzione del sistema in vigore, a partire dalla prossima legislatura, con un nuovo regime analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori italiani.
Un’ipotesi avvalorata anche da Palazzo Madama: in pratica l'orientamento e' adeguarsi al sistema vigente per il resto dei cittadini, quindi quello contributivo, con la possibilità da parte degli onorevoli di scegliere una pensione integrativa . E anche l’età a partire dalla quale potrà essere percepito l’assegno dovrà essere identico a quello del resto della popolazione. Quindi, se salirà a 67 anni, dovrà adeguarsi anche per i parlamentari.
Di fronte a questa novità verrebbe da dire solo una parola, finalmente. Ma il timore e' essendo i parlamentari bravi a innestare la retromarcia anche per i vitalizi si può adottare la logica secondo cui quello che esce dalla porta rientra dalla finestra. Negli ultimi mesi siamo stati abituati ai proclami di tagli e risparmi e poi il giorno dopo dalle stesse bocche ci si rimangiava tutto e la memoria diventava sempre più corta.
In questi tempi dalla classe politica ci si aspettano non solo decisioni ma anche coerenza e serietà perché la gente comune e' stanca di questi discorsi sugli sprechi a cui non seguono i fatti. Ma e' ancora più stanca di tirare la cinghia, di essere chiamata a fare sacrifici, e notare che chi dovrebbe dare l'esempio se ne frega e continua a fare il gioco delle tre carte.    

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