venerdì 4 novembre 2011

La gentilezza si può imparare

Editoriale Radio Onda Libera dell'1 novembre 2011

Oggi parliamo di un argomento leggero, i corsi di cortesia. L'università di Harvard, la piu antica d'America, da quest'anno ha inaugurato il giuramento della gentilezza. In pratica le matricole si impegnano a comportarsi con rispetto in nome del fair play.
La formula, tra il cavalleresco e lo scout, chiede agli studenti "di comportarsi con integrità, rispetto e operosità, a sostegno di una comunità caratterizzata dallo spirito di inclusione e dal senso civico".  Le buone maniere, nel Paese della performance iper competitiva, si ritrovano così ad affiancare il successo intellettuale.


Le reazioni negli Usa sono discordanti: c'è chi considera i giuramenti, quindi anche questo della gentilezza, alla stregua di rituali religiosi, e chi invece vede nella novità un modo elegante per convivere in una comunità ideale.
E in Italia? Le nostre università non sono aliene da iniziative analoghe. Nessun voto solenne, sottoscritto nero su bianco, ma buone pratiche stabilite nell'ambito dell'autonomia.
La formula più comune è quella del codice etico, indirizzato a docenti e personale tecnico-amministrativo. A beneficiarne, di rimando, dovrebbero essere anche gli studenti.
All'Università di Ferrara, la gentilezza è già materia di studio: la insegna Stefano Caracciolo, ordinario di psicologia clinica alla facoltà di medicina. «È il pilastro del rapporto medico-paziente – sostiene Caracciolo – e non esito a bocciare chi ha lacune di questo tipo».
Già, ma la cortesia si può imparare? «Un conto è il calore innato, altro il garbo formale che si apprende con l'educazione». Caracciolo non disdegna il modello Harvard: «Stimolare al rispetto e alla considerazione reciproci contribuisce a formare studenti migliori».
E tutti sappiamo quanto c'è bisogno oggi più di ieri di studenti migliori perché loro sono i cittadini, la classe dirigente di domani.
 

Nessun commento:

Posta un commento