martedì 8 novembre 2011

Tanti i "Neet" in Italia

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 novembre 2011

Il 23% dei giovani non studia e non lavora. E' quanto rileva l'ultimo rapporto sulle economie regionali della Banca d'Italia. Un dato preoccupante, spaventoso. Nel 2010 la percentuale dei giovani tra i 15 e i 29 anni indicati con l'acronimo ''Neet'' (Not in Education, Employment or Training) e' arrivato al 23,4% del totale rispetto al 20% circa registrato tra il 2005 ed il 2008. L'aumento è stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno, dove tuttavia l'incidenza di giovani Neet era prossima al 30 per cento già prima della crisi.

L'incidenza dei Neet tra le donne supera il 26 per cento, contro il 20 degli uomini. La condizione dei giovani che non lavorano nè studiano, segnala lo studio, è solo in parte collegata al fenomeno della disoccupazione''.
Nel 2008 il 30,8% dei Neet cercava un'occupazione (il 25,3% tra le donne) e tale quota ha raggiunto il 33,8% nel 2010. Nel Nord Ovest e al Centro quasi il 40 per cento dei giovani che non studiano e non lavorano era alla ricerca di un'occupazione, il 38 per cento nel Nord Est. Nel Mezzogiorno, dove la partecipazione al mercato del lavoro e' inferiore per tutte le fasce d'età, la quota non raggiungeva nemmeno il 30 per cento. La percentuale di Neet è superiore tra i non diplomati ma se si analizza la fascia d'età fino ai 35 anni la quota di Neet tra i laureati è del 20,5 per cento.
I giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano risiedono nella maggioranza dei casi con almeno un genitore; nel Mezzogiorno questo accade per oltre tre Neet su quattro. La quota di Neet che vivono in una famiglia nella quale nessuno dei componenti lavora supera il 25 per cento.
Dopo l'abbuffata di numeri e percentuali e' il caso di spendere il tempo in qualche breve riflessione.  Provoca uno stato d'animo di indignazione la fotografia di Bankitalia sulla condizione giovanile. E poi suscita anche un po' di rabbia il fatto che la situazione peggiora di anno in anno. Se migliaia di giovani si trovano a vivere, o meglio a sopravvivere, alla giornata senza studiare e senza un progetto di lavoro vuol dire che la società sta fallendo su tutti i fronti. Innanzi tutto perchè non sa regalare alle nuove generazioni una speranza, non sa garantire un futuro. Chi ha il potere e il dovere di fare qualcosa si muova. Prima che sia troppo tardi.
 

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